I lavoratori di supermercati e centri commerciali in sciopero. Lo fanno sapere i sindacati
Sciopero nazionale proclamato per l’intera giornata di lavoro venerdì 22 dicembre dei lavoratori e delle lavoratrici della Distribuzione Cooperativa e delle aziende della Grande Distribuzione Organizzata privata associate a Federdistribuzione. Lo sciopero natalizio è indetto dai sindacati di categoria Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil per chiedere la corretta applicazione e il rinnovo dei Contratti Nazionali di lavoro.
In provincia di Modena si è scelto di fare, in concomitanza con lo sciopero, un presidio davanti al centro commerciale Il Borgogioioso a Carpi (viale dell’Industria, 31) dalle ore 6 alle ore 12.Da quattro anni i lavoratori della Grande Distribuzione, sia privata che cooperativa, sono in attesa del rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Due vertenze contrattuali distinte, ma lavoratori e lavoratrici accomunati dalla stessa condizione: un mancato rinnovo contrattuale che li sta fortemente penalizzando sia sul piano retributivo che su quello contributivo.
Ormai da 4 anni, aziende come Esselunga, Pam-Panorama, Famila, Metro, Conforama, Emmezeta Moda, Unes, Despar, Zara, associate a Federdistribuzione e presenti in provincia di Modena, impongono unilateralmente l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Confcommercio scaduto nel 2013, non applicandone però il rinnovo sottoscritto nel 2015.
Quelle stesse aziende che dagli inizi del 2012, grazie al decreto “Salva Italia” del Governo Monti e quindi alla deregolamentazione degli orari del commercio, hanno ottenuto la possibilità di tenere aperte le proprie strutture 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno, peggiorando così le condizioni di lavoratrici e lavoratori, traendone anche un beneficio in termini di concorrenza nei confronti delle aziende concorrenti di piccole e medie dimensioni.
Situazione diversa, ma stesso risultato per quanto riguarda la Distribuzione Cooperativa, dove nonostante le dichiarazioni di voler arrivare ad un rapido rinnovo (dopo 4 anni!) del Contratto Nazionale, le cooperative pretendono di trovare una mediazione tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un inaccettabile peggioramento dell’attuale trattamento in caso di malattia.
Il nuovo contratto, che vorrebbero le Coop, ridurrebbe diritti, tutele e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello prodotto dai rinnovi dei contratti nazionali del settore sottoscritti da Confcommercio e Confesercenti.
Condizioni inaccettabili per le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nei 25 supermercati, nei 5 ipermercati e nella sede amministrativa di via Virgilio, della provincia di Modena di Coop Alleanza 3.0, colosso della Distribuzione Cooperativa che con i suoi oltre 20mila addetti rappresenta circa un terzo del totale dei lavoratori ai quali si applica questo Contratto Nazionale di Lavoro.