Manutenzione fiumi, servono 12 milioni di euro. E lo stato di emergenza. E’ il risultato della conta delle necessità fatto mercoledì a Carpi dove si è riunita la Giunta della Regione per fare il punto sull’emergenza e il rischio alluvione, presenti anche gli amministratori locali modenesi e il presidente della Provincia.
“Abbiamo stanziato un primo fondo di 2 milioni di euro per le urgenze e gli interventi di immediata necessità- ha spiegato il presidente della Regione Bonaccini-. Inoltre, è praticamente pronta la richiesta dello Stato di emergenza, che giàavevo preannunciato al presidente del premier, Paolo Gentiloni, e che confido sarà accolta dal governo nel prossimo Consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi entro Natale. Questo vuole dire, da parte nostra, un lavoro puntuale di ricognizione dei danni per attivare subito la richiesta di risorse. Saremo impegnati affinché si raccolgano i dati anche per i danni ai privati- prosegue Bonaccini-, un percorso diverso e parallelo rispetto a quello dello stato di emergenza e ricordo che, proprio grazie al lavoro della Regione, di recente il Governo ha rimborsato e sta rimborsando i danni di cinque stati di emergenza dichiarati tra il 2013 e il 2015 in Emilia-Romagna. Siamo al fianco delle persone sfollate e delle imprese, affinché possano rientrare nelle loro abitazioni i primi e ripartire al più presto le seconde. Gli eventi a cui abbiamo assistito sono stati davvero eccezionali, ma gli argini hanno retto: purtroppo il sormonto dell’acqua, causato da piene di portata storica dei fiumi, ha creato questa situazione. Voglio infine ringraziare sindaci, prefetti, forze dell’ordine, volontari e tutto il sistema della protezione civile per il lavoro che hanno fatto e che stanno facendo per i territori e le comunità locali- chiude il presidente della Regione- portando un aiuto fondamentale alle persone colpite”.
“Con i sindaci, gli amministratori locali e i tecnici che abbiamo incontrato da questa mattina e con quelli presenti in Giunta- sottolinea l’assessora Gazzolo– abbiamo verificato come, di fronte a eventi davvero eccezionali e a livelli mai raggiunti prima dai fiumi e corsi d’acqua, stiano cominciando a pagare i lavori fatti per la sicurezza idraulica e sugli argini, ma certo non basta. Anche per questo nel bilancio 2018 della Regione avevamo già previsto il raddoppio dei fondi per la manutenzione. Così come con i territori abbiamo concordato sull’esigenza di accelerare rispetto al completamento di opere in corso di realizzazione, a partire dalla Cassa di espansione del Secchia, e sulla progettazione di nuovi interventi, come quelli che potrebbero alleggerire la pressione sulla cassa d’espansione naturale di Campogalliano, visto il ripetersi di situazioni a rischio, e la Cassa di espansione del Baganza per il nodo idraulico Parma-Colorno. Infine, ancora una volta nella gestione dell’emergenza ha ben funzionato il coordinamento fra le varie forze in campo, dai corpi dello Stato alla protezione civile regionale, grazie anche al Centro operativo di Marzaglia che valorizzeremo ulteriormente”.
Le esondazioni nelle province di Parma e Reggio Emilia e la piena del fiume Secchia nel modenese, sebbene la situazione stia migliorando in tutte le aree colpite, hanno visto coinvolte in operazioni di evacuazione circa 2.100 residenti. Si sono poi aggiunti fenomeni di gelicidio in Appennino, con interruzioni della viabilità da Piacenza fino a Bologna. Per fronteggiare tali situazioni, sono stati attivati i Centri operativi misti dai Prefetti (Modena, Reggio Emilia e Parma), oltre a 24 Centri operativi comunali, di cui 10 a Parma, 1 a Reggio Emilia (Brescello) 5 a Bologna, 3 a Modena, 4 a Piacenza e 1 a Forlì. L’Agenzia regionale sicurezza territoriale e protezione civile ha assicurato l’apertura del Centro operativo regionale COR, integrato con la presenza dei Vigili del fuoco e i volontari di protezione civile, l’apertura del Centro unificato provinciale di Modena e l’operatività delle proprie strutture territoriali di Modena, Reggio Emilia e Parma. Complessivamente, sono operativi 380 volontari di protezione civile. Il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha attivato fin dalla giornata dell’11 dicembre il Comitato operativo (anche con Regione Toscana e Liguria) per il coordinamento di tutte le forze in campo e per mettere a disposizione le risorse del sistema nazionale.
Eventi meteorologici eccezionali
Sono le province di Parma, Reggio Emilia e Modena quelle maggiormente colpite e interessate dagli eventi meteorologici eccezionali che hanno investito l’Emilia-Romagna a partire da domenica scorsa, 10 dicembre, e che hanno portato i livelli idrometrici del torrente Parma e dei fiumi Enza e Secchiaa superare i massimi storici registrati in precedenza. Ieri, nel modenese, il Secchia ha raggiunto alle 12 a Ponte Alto la piena di 10,55 metri superando il massimo di 10,27 del dicembre 2009; nel parmense a Colorno il Parma ha superato il colmo di piena con 9,49 metri (rispetto al 9,14 del 2014). Passate senza conseguenze, invece, le piene nel piacentino e del fiume Reno nel bolognese, che resta comunque sotto osservazione. Passato anche il colmo di piena dell’Enza a Sorbolo (Pr) con un livello di 12,47 metri, superiore ai due massimi storici raggiunti nel febbraio 2016 (11,63 metri) e nel 1974 (12,20 metri).
Nella prima fase dell’evento le aree collinari e montane sono state interessate da vasti fenomeni di gelicidio e di forte vento che hanno causato interruzioni della viabilità e danni alle infrastrutture e al servizio di erogazione dell’energia elettrica.
L’esondazione a Lentigione, nel reggiano
La situazione più grave si è registrata nel Comune di Brescello (Re) con il sormonto dell’argine destro del fiume Enza a Lentigione: l’argine è cioè stato scavalcato dall’acqua, che aveva raggiunto livelli inediti, con la conseguente frattura. La frazione di Lentigione ha oltre 1.100 abitanti: le operazioni di soccorso hanno interessato oltre 400 persone, di cui circa 127 accolte nelle strutture realizzate a Poviglio, Castel Nuovo di Sotto, Novellara o in albergo. Un numero importante di persone, circa 500, si sono allontanate autonomamente usando vie di fuga collegate all’argine nella parte non danneggiata. A censirle sta provvedendo il Comune. La frazione di Santa Croce (Boretto), 1.000 abitanti, è stata evacuata a scopo cautelativo, ma non è stata interessata da allagamenti. Nel Palazzetto di Novellara, allestito per l’accoglienza, sono state portate 10 persone.
Nello scenario di allagamento di Brescello sono presenti circa 370 Vigili del fuoco con mezzi speciali, oltre a elicotteri, esercito, Marina, 118 regionale. Operativo anche un mezzo anfibio inviato dalla Provincia Autonoma di Trento e un overcraft della Provincia Autonoma di Bolzano.
Allagamenti a Colorno
Altra situazione di criticità si è verificata a Colorno, nel parmense, con il passaggio dell’onda di piena nella mattinata del 12 dicembre, che ha provocato allagamenti nel centro storico – colpendo la Reggia e la piazza principale – oltre che in alcune vie limitrofe. Già in corso i primi interventi di pulizia e di ripristino.
La piena del Secchia
La terza situazione di elevata criticità riguarda il passaggio della rilevante onda di piena sul fiume Secchia, dalla sezione di Rubiera fino al confine nord della provincia di Modena. Sono stati attuati interventi di chiusura di sifonamenti e rialzi arginali con sacchettature e gabbioni di terra nei tratti in cui il franco era previsto limitato o nullo. Sono stati chiusi per un apio di giorni quasi tutti i ponti che attraversano il corso d’acqua e la viabilità limitrofa. Evacuate precauzionalmente circa 60 persone, solo una decina quelle ancora sfollate e che dovrebbero rientrare giovedì in mattinata.
Gelicidio in Appennino
I fenomeni di gelicidio e vento forte sull’appennino hanno causato la disalimentazione di circa 25.000 utenze elettriche di Enel che sono attualmente ridotte a circa 1.000 a Piacenza (comuni di Bettola, Bobbio, Lugagnano, Piozzano e Vernasca) e 1.500 a Parma (comuni di Neviano, Berceto, Corniglio, Solignano e Tizzano). Entro sera dovrebbe tornare la luce anche qui.
Gli stessi fenomeni hanno provocato estese interruzioni della viabilità comunale e provinciale da Bologna fino a Piacenza, oltre che danni a edifici pubblici e privati (a causa del vento) i cui ripristini sono ancora in corso, anche in diversi comuni dell’Appennino romagnolo (segnalazioni dei comuni di Bagno di Romagna, Tredozio e Santa Sofia).
Nelle prossime ore la conta dei danni
Quanto ai danni, nelle prossime ore sarà possibile fare una valutazione economica, con anche l’avvio della ricognizione analitica di quelli subiti da soggetti privati e attività produttive interessati dagli allagamenti.
Appaiono già evidenti le esigenze di interventi di somma urgenza necessari per i ripristini e il rafforzamento temporaneo degli argini, gli interventi di pulizia e di messa in sicurezza delle aree allagate per consentire il rientro della popolazione evacuata, la riapertura della viabilità interrotta e il ripristino delle strutture danneggiate, oltre a interventi immediati della riduzione del rischio residuo per evitare che il ripetersi di eventi analoghi possa generare danni ancora maggiori.