L’ Emilia-Romagna ha una nuova legge urbanistica: il provvedimento, voluto dalla Giunta regionale, che cambia in modo radicale il modo di guardare al futuro del territorio e alla crescita qualitativa dei centri urbani, è stato approvato oggi in Assemblea legislativa, dopo un lungo confronto con gli enti locali, le categorie economiche, gli ordini professionali e i sindacati, passato per numerose assemblee nei territori stessi.
I punti cardine della legge
Tutela del territorio, rispetto per l’ambiente, crescita intelligente, attenzione alla legalità. Sono – messi in fila dall’ufficio stampa della Regione – i punti centrali della legge (“Disposizioni regionali sulla tutela e l’uso del territorio”), che sarà operativa dal 1^ gennaio 2018.
Molti gli obiettivi: al primo posto la riduzione delle attuali previsioni urbanistiche e l’introduzione del principio del consumo di suolo a saldo zero: secondo le stime, con la nuova legge si passa da 250 chilometri quadrati di previsione, sulla base degli attuali strumenti urbanistici, a 70 kmq. Si riduce anche la percentuale di territorio urbanizzato per ogni Comune: dall’11 al 3%.
Sono questi i numeri che certificano il limite all’espansione delle città e spingono verso la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli edifici. Per questo sono già previsti 30 milioni di contributi regionali.
Il freno all’espansione urbanistica è però accompagnato allo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale, al sostegno alle imprese in caso di investimenti strategici che puntino alla crescita economica e all’aumento dell’occupazione, alla tutela del territorio agricolo.
Inoltre, per il raggiungimento di questi obiettivi è prevista la semplificazione delle procedure e una forte affermazione dei principi di legalità e trasparenza.
I commenti
“Oggi è una giornata importante per l’Emilia-Romagna- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Decidiamo di invertire la tendenza e di frenare il consumo di suolo, scegliendo un modello di sviluppo sostenibile. Ci arriviamo dopo una discussione vera, ampia e partecipata fatta nei territori, con le parti sociali, i professionisti, le associazioni e nelle commissioni consiliari con l’apporto di tutti i Gruppi e le forze politiche. Dal mondo del lavoro, dell’impresa e da molti sindaci è arrivato il sostegno a questa legge, nel solco di quel Patto per il Lavoro che ci sta permettendo di crescere e creare occupazione. E il mio grazie va anche a chi ha espresso opinioni differenti e contrarie, perché anche da loro abbiamo preso contributi rilevanti. Il territorio, i luoghi in cui viviamo e che abitiamo sono una risorsa fondamentale per le nostre comunità. Vogliamo portare avanti un’idea di uso intelligente del suolo e il tetto che abbiamo previsto del 3% quale percentuale di territorio urbanizzato nei Comuni ci rende la Regione più avanzata nella sfida contro la cementificazione e l’espansione urbanistica. La nostra ambizione era ed è quella di avere una legge in grado di accompagnare e governare il passaggio culturale verso un modo innovativo di concepire l’ambiente urbano e il territorio, salvaguardando i cittadini e l’ambiente, il tessuto produttivo, l’agricoltura, cioè la competitività e l’attrattività della nostra regione. L’approvazione della legge- chiude il presidente della Giunta- rappresenta quindi una svolta storica”.
“La rigenerazione urbana che sarà innescata dalla limitazione del consumo di suolo e dall’obiettivo del saldo zero è l’altra chiave di lettura e il grande obiettivo di questa legge- sottolinea l’assessore regionale alla Programmazione territoriale, Raffaele Donini-. È importante ridurre l’urbanizzazione senza mortificare lo sviluppo riqualificando e migliorando quello che abbiamo già per rendere le città più belle e più vivibili. Ci servono progetti e interventi all’avanguardia in grado di metterci al passo con quanto già si vede nelle realtà più innovative in Europa, per questo- conclude Donini- la Regione Emilia-Romagna è già pronta a stanziare i primi 30 milioni per rigenerazione, adeguamento sismico, sicurezza degli edifici e efficientamento energetico, per cominciare a rendere concreto un aspetto tra i più qualificanti di questa legge”.
La scheda
Consumo di suolo a saldo zero: -60% per le previsioni urbanistiche, limite del 3% per i Comuni
Scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistiche passando, secondo le stime, dai 250 km quadrati di espansione previsti dagli attuali strumenti urbanistici a un massimo di 70 e introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, anticipando quanto fissato per il 2050 dal settimo Programma di azione ambientale dell’Unione europea. Il consumo di suolo per ogni Comune non dovrà superare il 3% del territorio urbanizzato (oggi è l’11%) e sarà consentito solo per progetti capaci di sostenere lo sviluppo e l’attrattività del territorio come i nuovi insediamenti produttivi. Inoltre saranno esclusi dal limite i nuovi insediamenti residenziali legati a interventi di rigenerazione urbana in territori già urbanizzati o di edilizia sociale.
Anche le opere pubbliche e i parchi urbani, gli insediamenti strategici di rilievo regionale e gli ampliamenti delle attività produttive esistenti non concorreranno, quindi, al raggiungimento del limite del 3% (in quanto interventi diretti a sostenere l’attrattività regionale e la sostenibilità e vivibilità dei territori) e saranno possibili sempre che non vi siano “ragionevoli alternative” in termini di riuso e di rigenerazione dell’esistente.
Prevista anche una disciplina ad hoc per tutelare e valorizzare il territorio agricolo che prevede la possibilità di costruire nuovi fabbricati se funzionali alle aziende o se inseriti in un piano di ammodernamento dell’attività rurale, oltre a incentivi per la demolizione dei fabbricati dismessi.
Per i progetti, agricoli o urbani, la promozione della qualità consiste nello scomputo dei contributi di costruzione fino al 50% dei costi sostenuti per lo svolgimento di concorsi di progettazione.
Incentivi alla rigenerazione urbana e adeguamento sismico: 30 milioni a fondo perduto
La legge prevede poi forti incentivi per la rigenerazione urbana, interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. In particolare, la Regione stanzierà entro il 2020 contributi fino a 30 milioni di euro a fondo perduto per la rigenerazione delle città. Inoltre, sono previsti incentivi fiscali, volumetrici, legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle.
Tra le novità, per quanto riguarda l’adeguamento sismico, vi è una norma “sblocca interventi” che prevede la possibilità per il 50% dei proprietari di un edificio di imporne la realizzazione alla restante quota di proprietari, anche se contrari.
Semplificazione amministrativa: un unico piano per ogni livello territoriale
Per quanto riguarda la semplificazione degli strumenti urbanistici, la legge vuole superare il sistema della “pianificazione a cascata” attribuendo più precise competenze a ogni ente, prevedendo inoltre un unico piano generale per ogni livello territoriale: per la Regione il Ptr, Piano territoriale regionale, che ricomprenderà anche il piano paesaggistico e quello dei trasporti, mentre Città metropolitana di Bologna e amministrazioni provinciali si doteranno di un Piano territoriale metropolitano (Ptm) o d’area vasta (Ptav).
Anche per i Comuni c’è un unico Piano urbanistico generale (Pug) per stabilire programmazione e pianificazione del loro territorio, che sostituisce il Piano strutturale comunale (Psc) e il Regolamento urbanistico edilizio (Rue).
I Pug saranno poi attuati attraverso “Accordi operativi”, che sostituiranno Poc e Pua e che regoleranno nel dettaglio gli interventi da realizzare. Gli enti locali, che si doteranno di uffici di piano per svolgere le funzioni in materia di governo del territorio, avranno tre anni dall’approvazione delle nuove norme per avviare i procedimenti di approvazione dei Pug e due anni per concluderli.
Legalità: concorsi di architettura, maggiore partecipazione e antimafia per i privati
Per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei Comuni, vengono incentivati concorsi di architettura e incontri pubblici.
Per aumentare la trasparenza e la legalità dei progetti urbanistici ed evitare infiltrazioni mafiose o corruttive, la legge impone le informazioni antimafia per i soggetti privati che propongono progetti urbanistici e recepisce le disposizioni dell’Autorità nazionale anticorruzione e le norme contro i conflitti di interesse
Urbanistica. Nuova legge incrina la maggioranza: sì di Pd, no di Si e Misto-Mdp
Passa con il sì di Partito democratico, l’astensione di Forza Italia, il no di Lega Nord, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Misto-Mdp e Altra Emilia-Romagna la nuova disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio che andrà a sostituire la legge regionale 20/2000. “Una legge fatta di contraddizioni dove si può dire addio alla pianificazione” ha commentato Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle. “Il nostro voto di astensione non nasconde la spaccatura avvenuta in seno alla maggioranza” è invece il commento di Galeazzo Bignami di Forza Italia. E Igor Taruffi di Sinistra Italiana pur riconoscendo che “eravamo vicini a un punto di equilibrio, ovvero l’astensione” esprime dispiacere per le distanze emerse col Pd. “Saremo qui anche fra qualche mese, quando discuteremo le conseguenze di questa legge” commenta. Silvia Prodi (Misto-Mdp) motiva il suo voto contrario dovuto a una valutazione tecnica della legge, mentre più netta è la posizione di Pier Giovanni Alleva (AltraER) che non riconosce “alcun punto di incontro con Giunta e Pd”. In Aula sono stati votati 48 emendamenti: accolti 21 del Pd, 2 firmati da Rainieri (Ln) per riconoscere gli alloggi di edilizia residenziale sociale come opere pubbliche con finalità sociale, uno di Galeazzo Bignami (Fi), quattro della Giunta. Accolto anche l’ordine del giorno di Tommaso Foti (Fdi) per istituire un’apposita unità tecnica di missione con compito di supporto agli enti locali per l’applicazione della nuova legge e quello del Pd per costituire “una base conoscitiva condivisa con gli enti locali e divulgare le buone pratiche amministrative e di governo del territorio”. Respinti invece i quattro ordini del giorno di M5s: il primo per il non passaggio all’esame dell’articolato data l’assenza di modifiche rilevanti dopo la mobilitazione dei cittadini; il secondo che imponeva il divieto assoluto di realizzare una nuova Apea (area ecologicamente attrezzata) in presenza di abitazioni; il terzo contro gli oneri di urbanizzazione che i Comuni possono destinare agli enti della chiesa cattolica; il quarto che chiedeva una rielaborazione della legge regionale 20/2000. Lo scontro tra Pd e Si, Misto-Mdp e AltraER si è giocato invece sull’articolo 5, che regola il limite del consumo di suolo. Ha spiegato Igor Taruffi in Aula: “Chiediamo che la quota di insediamenti in espansione realizzata nel periodo transitorio, ovvero a 18 mesi dall’entrata in vigore della legge, non sia superiore alla media del consumo di suolo rilevato negli ultimi dieci anni nella regione e, in caso contrario, domandiamo di applicare correttivi in ordine alla compatibilità”. “Vogliamo evitare che la legge si contraddica” aggiunge Pier Giovanni Alleva, ma l’emendamento è respinto. Respinti anche tutti gli altri 7 emendamenti proposti da Si, Misto-Mdp e Altra Er. No alla richiesta di Silvia Prodi (con Si e AltraER) di intervenire per “rendere più chiari gli accordi operativi” e alle sue proposte in ambito di pianificazione. “Per noi si tratta di modifiche irrinunciabili,” ha commentato Taruffi, “inevitabile la divaricazione su questi temi”. Respinta anche la proposta di un nuovo articolo sulla disciplina urbanistica dei servizi religiosi presentata da Forza Italia, finalizzato a una regolamentazione più puntuale dei luoghi di culto, mentre è stato accolto accolto l’emendamento dei forzisti sull’introduzione nel regolamento edilizio del riferimento agli usi temporanei.