Tutti gli enti sono per il si, il Comune di Finale Emilia insiste per dire no e la Regione non se la sente di forzare la mano. Per cui, la decisione sull’ampliamento della discarica di Finale Emilia sarà presa a Roma. È l’esito dell’ultima riunione della conferenza dei servizi che, martedì a Modena, ha espresso il suo parere sulla richiesta, avanzata dalla società che la gestisce, di riaprire e ampliare la discarica finalese.
La patata bollente è passata quindi al Consiglio dei Ministri, che dirimerà a distanza e in punta di diritto l’empasse che si è creata con il no del Comune. Il sindaco Sandro Palazzi ha portato in riunione a Modena la voce della città che proprio non ne vuol sentir parlare di riaprire la discarica. Perchè brucerebbe rifiuti provenienti da altre città (si parla infatti di 25 mila tonnellate annue di rifiuti urbani e fino a 125 mila tonnellate annue di rifiuti speciali da tutta la regione), aggiungerebbe un altro tassello alla triste fama di Finale Emilia Polo Pattumiera, perché ci sono preccupazioni per la salute che non possono essere compensate con i milioni di euro che pure la discarica garantirebbe alle casse comunali.
A volere la discarica sono in tanti: i sindaci degli altri Comuni che detengono le azioni della società che la gestisce, chi chiama Finale a fare la sua parte e ad assumersi le responsabilità di governo senza cadere nel facile populismo. Un mix di interessi economici e politici fortissimi che in vista delle elezioni alle porte potrebbe cedere il passo. Almeno per il momento.