Le lettere sono state spedite il 22 dicembre scorso, come ha scritto anche il sindaco di Bomporto Alberto Borghi su Facebook, ma non sono mai arrivate (questa la replica del sindaco dopo la pubblicazione di questo articolo). Molti cittadini hanno appreso dai social network della riunione convocata dall’Amministrazione comunale per fare il punto sull’arrivo lunedì 8 gennaio di dieci migranti che saranno ospitati in una villa in via per Modena.
Un’assemblea – a quanto scrive Borghi su Facebook rispondendo ad una domanda di una cittadina – “richiesta dai cittadini che abitano nelle vicinanze e al momento ristretta a loro. Il 22 dicembre abbiamo spedito lettere ai residenti ma, purtroppo non sono ancora arrivate. Se poi in futuro si vuole fare riunione aperta a tutti sulla presentazione generale del progetto di accoglienza diffuso, adotatto dai comuni della provincia di Modena e non solo, massima disponibililtà. Al momento lo abbiamo organizzato per i vicini, presentando loro il progetto specifico su quella casa, alla presenza della cooperativa Caleidos. Il luogo è la sala civica del Tornacanale e l’orario è le 18.30”.
Sembra, però, che nemmeno i cittadini che abitano nei dintorni della villa fossero informati. Non c’è traccia della riunione neanche sul sito del Comune che, nonostante l’efficacia della comunicazione sui social network, rimane comunque un canale informativo importante.
“Abbiamo chiesto – scrive sempre Borghi su Facebook – ad alcuni di fare il passa parola e quindi lo chiedo gentilmente di farlo nei confronti dei suoi vicini. Chiedo scusa ma speravamo le poste riuscissero almeno in questi primi due gg dell’anno a consegnare”.
Il botta e risposta sui social è andato avanti per un bel po’ con i cittadini che hanno incalzato Borghi su una questione molto sentita dalle comunità della Bassa, ma il primo cittadino di Bomporto ha precisato che:
I vicini ci avevano comunque chiesto di fare incontro per avere diverse informazioni da cooperativa etc. inoltre chi decide è la Prefettura e in pochi casi il comune può opporsi. In una situazione come questa, avendo anche esperienza su Sorbara da diversi anni, abbiamo detto ok. La riunione serve per dare info, illustrare cosa fa la cooperativa, etc.
Borghi conta sull’esperienza del progetto SPRAR attivo a Sorbara, dove “alcuni di loro hanno anche già trovato un lavoro e iniziato il percorso di indipendenza, avendo già ottenuto il permesso di soggiorno” e ricorda anche come i profughi siano impegnati a collaborare con le associazioni di volontariato sia nel verde che in altre attività.
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