Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Edicole presidio di pluralismo e pronte a svolgere nuove funzioni

da | Gen 24, 2018 | Nonantola | 0 commenti

“Le edicole sono sempre state e continuano ad essere punto di riferimento del quartiere, garanzia di informazione pluralistica, garantita dalla Costituzione” così Marco Balili segretario del sindacato Slc/Cgil ha aperto il convegno promosso dal Sinagi, il sindacato edicolanti che fa parte della stessa Slc. Al convegno erano presenti numerosi edicolanti di Modena e provincia, nonchè parlamentari e amministratori locali che a turno hanno preso la parola. “Le edicole rappresentano anche il futuro – ha aggiunto Balili – perchè hanno un radicamento sul territorio e una vicinanza alle persone che pochi altri punti possono avere. Nel futuro perciò possono anche fungere da punti di servizio per i cittadini”.

Nella relazione introduttiva di Giuliano Barbieri segretario Sinagi Modena sono stati messi sul tappeto i tanti temi che riguardano la necessità di una svolta nel lavoro delle edicole, perchè negli ultimi 5 anni le vendite della stampa in edicola sono decisamente calate.
“Ci sembra naturale quindi chiedere che vengano portati in edicola nuovi servizi: biglietti per spettacoli teatrali, certificati comunali, prestazioni di carattere amministrativo per il servizio sanitario nazionale” ha aggiunto Barbieri.
Gli edicolanti chiedono alla politica dei riconoscimenti, sull’esempio di Firenze e altre città italiane, come la riduzione delle tasse comunali e l’inserimento di servizi comunali in edicola, ma anche favorire il dialogo all’interno della filiera, tra editori ed edicolanti. “Chiediamo alla politica di prestare attenzione al tema delle edicole – ha commentato Barbieri – affinchè esse non scompaiano dalle nostre città, soprattutto dai paesi più piccoli”
“Sul tema liberalizzazione – ha proseguito – facciamo presente che la legge n.96 del 2017 prevede la possibilità di inserire <parametri qualitativi> per l’apertura di nuovi punti vendita, la politica e le ammnistrazioni locali debbono attivarsi per rendere concrete queste novità, per evitare che continui l’apertura selvaggia di nuovi punti vendita che mette in difficoltà le edicole tradizionali”.

Davide Baruffi, deputato PD ha sottolineato come legge 96 del 2017 apra l’opportunità per i Comuni di giocare un ruolo importante nella programmazione delle nuove aperture. “Quello che serve – ha detto – è una iniziativa sindacale supportata dalle istituzioni che vada a ragionare sui territori in base agli strumenti di sostegno disponibili per l’attivazione o riattivazione dei servizi. Particolare attenzione va riservata alle aree montane, dove risiede la parte più debole della popolazione”. Anche Maria Cecilia Guerra senatrice di Liberi e Uguali ha detto di essere d’accordo sulla “valorizzazione dei servizi, in un’ottica di programmazione che coinvolge gli enti locali. I servizi che proponete di portare in edicola sono a tutti gli effetti servizio pubblico. Non è da sottovalutare anche il presidio del territorio in una società così parcelizzata come la nostra”.
Giovanni Paglia, deputato di Liberi e Uguali ha posto l’accento sul “ruolo di servizio di interesse pubblico che svolgono le edicole sancito dalla legge 96. Certi servizi non possono essere semplicemente liberalizzabili in un’ottica di mercato, perchè abbiamo visto che la liberalizzazione non porta necessariamente maggiori possibilità per chi era escluso da un determinato settore, ma spesso mette in difficoltà chi già operava in quel settore”. Il deputato si è detto favorevole alla possibilità “di sfruttare la rete capillare di vendita delle edicole, così che in ogni quartiere potrebbero esserci dei punti a servizio del cittadino”. Ha giudicato interessante anche il tema dell’accesso al credito per i subentri nelle piccole attività “ed è sicuramente un problema a cui si dovrà cercare di porre rimedio per tutelare posti di lavoro”.


L’intervento di Marzio Govoni della segreteria Cgil Modena ha messo l’accento sulle liberalizzazioni selvagge introdotte dal Governo Monti, di cui anche gli edicolanti sono vitime: “in generale le liberalizzazioni nei vari settori non hanno portato ad un maggior numero di posti di lavoro, ma ad un peggioramento delle condizioni di lavoro, ne ha beneficiato solo la grande distribuzione, anche se certamente non in termini di fatturato. Saranno necessari degli interventi pubblici, perchè a causa di leggi sbagliate abbiamo creato la necessità che sia la comunità, attraverso l’aumento dei prezzi, a risanare ciò che la liberalizzazione selvaggia ha rovinato. La politica ha il dovere di correggere gli errori che ha commesso”. Maino Benatti sindaco di Mirandola, ha detto di considerare “positivo avvicinare i servizi ai cittadini e raggiungere anche le località più lontane del territorio. Si potrebbero ad esempio valutare le certificazioni comunali, il pagamento di alcuni servizi, l’anagrafe canina, le informazioni, l’iscrizione a corsi degli enti locali, biglietti di spettacoli, treni: sono tutte cose interessanti, realizzabili e di cui si dovrebbe interessare l’Anci”.
Sono intervenuti anche diversi edicolanti, tra cui Carlo Barbieri (edicola di Carpi), Gabriella Borbeggiani (edicola Formiggine) e Fabio Carnevali (edicola Carpi) che hanno posto l’accento sulle difficoltà create dalle liberalizzazioni e sulla necessità di innovare il servizio perchè così come è non è più redditizio.
L’assessora del Comune di Modena Ludovica Carla Ferrari ha sottolineato l’interesse per la rete delle edicole, “una rete organizzata, con un portale online molto utile e attivo. La proposta del Sinagi di portare determinati servizi nelle edicole capita in un momento di difficoltà per i Comuni nel dare dei servizi ai cittadini, a causa della carenza di personale e per il carico di lavoro degli uffici comunali, che impedisce di servire velocemente i cittadini che devono rimanere in coda per molto tempo. Per questo motivo abbiamo già inizato un percorso che porterà, spero in breve tempo, ad attivare questa importantissima collaborazione”. Il comune di Modena sta avviando anche una azione di verifica sulla Tosap. E’ intervenuto anche il senatore del Pd Stefano Vaccari ritornando sulla legge 96 “che ha definito degli argini per contenere la liberalizzazione. Esiste inoltre anche la legge sui piccoli comuni, che garantisce maggiori possibilità ai comuni con meno di 5.000 abitanti: grazie a questa legge c’è anche l’intesa per garantire la vendita dei giornali in questi piccoli comuni”. Roberto Masi presidente di Cna.com ha detto di sostenere la proposta di ridurre o eliminare il plateatico, ribadendo che ci sono tanti servizi che possono essere delegati alle edicole dietro pagamento, non solo dai Comuni ma anche dalla stessa Cna.
Per Stefania Grenzi vicesindaco di Nonantola, “nessuna amministrazione locale vuole vedere chiudere le edicole, che sono parte fondamentale del tessuto sociale del territorio. Portare servizi nelle edicole sarà fondamentale e siamo pronti a collaborare”.
Anche per Mario Ori segretario PCI “la presenza diffusa sul territorio delle edicole è fondamentale per il territorio e garanzia di pluralismo dell’informazione”. Erano presenti al convegno e interessati alle tematiche trattate anche altri amministratori, Claudio Pistoni sindaco di Sassuolo e Andrea Bosi assessore del Comune di Modena, mentre l’assessore al commercio del Comune di Fiorano Modenese Morena Silingardi ha inviato un comunicato. Interessata ai temi suscitati dagli edicolanti anche Elisabetta Scardozzi del M5S presente al convegno.
Le conclusioni sono state affidate a Giuseppe Marchica, segretario Sinagi nazionale che sottolineato che “quando il Parlamento approva una legge così importante come la 96, bisogna necessariamente richiamare le regioni alla correttezza istituzionale: non può essere lasciata a loro discrezione la possibilità di aderire o meno a quanto sancito dalla legge”. “L’edicola – ha aggiunto – è un luogo qualificato per i servizi, che devono certamente essere a pagamento, ma che saranno comunque solo a supporto al lavoro delle edicole, che è quello di vendere giornali e riviste: è necesario che gli editori operino un rinnovamento del prodotto, cosa che in pochi sembrano disposti a fare. Negli ultimi dieci anni si è perso più del 50% di fatturato nelle edicole: chiediamo alla politica che si apra un tavolo di lavoro al Dipartimento dell’Editoria, perchè gli editori ricevono tanto denaro (anche se non in forma di contributi pubblici) che poi però non usano per rinnovare la filiera e rilanciare il sistema, ma per pareggiare il loro bilancio”.

Condividi su: