Le immagini delle scalere rovesciate dal terremoto e delle forme di Parmigiano distrutte fecero il giro del mondo, suscitando una gara di solidarietà.
A cinque anni e mezzo dal sisma che nel maggio 2012 causò danni per 4 milioni di euro, è stata perfezionata, infatti, la fusione per incorporazione tra La Cappelletta (fondata nel 1929) e il caseificio sociale San Paolo di Concordia (costituito nel 1965).
A seguito di questa operazione, approvata a larga maggioranza dai soci delle due cooperative (entrambe aderenti a Confcooperative Modena), La Cappelletta conta ora 47 aziende agricole socie. Distribuiti in dieci Comuni modenesi e sei mantovani, i soci conferiscono complessivamente 370 mila quintali di latte. Con quasi 70 mila forme l’anno e un fatturato di 25 milioni di euro, il caseificio di S. Possidonio diventa uno dei maggiori produttori di Parmigiano Reggiano dell’intero comprensorio.
«Ci siamo messi insieme perché l’unione fa la forza – spiegano in una nota congiunta i presidenti dei due caseifici Luciano Dotti (La Cappelletta) e Ruggero Savioli (S. Paolo) – La fusione ci permette di abbattere i costi di produzione e far guadagnare un po’ di più le aziende agricole conferenti, confermando la qualità che ha sempre contraddistinto il nostro prodotto».
I due stabilimenti di San Possidonio e Concordia, nei quali sono occupate 25 persone, mantengono sia la lavorazione del latte che la produzione e stagionatura del formaggio, così come i punti per la vendita diretta.
«La frammentazione delle imprese è stata storicamente una causa di debolezza strutturale del settore lattiero-caseario – commenta il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Per questo motivo la nostra politica ha sempre puntato a favorire, laddove economicamente vantaggiosa per i soci, l’aggregazione tra le cooperative. Questo permette ai caseifici di realizzare economie di scala e sfruttare al meglio il favorevole andamento dei prezzi all’origine del Parmigiano Reggiano. Dopo aver attraversato un periodo difficile, infatti, il mercato sta riconoscendo ai caseifici la remunerazione dovuta a un prodotto unico al mondo».