Gli ultimi, a Finale Emilia, due ciclisti investiti da altrettante auto. Strade di sangue anche nella Bassa. Quasi ogni giorno vi raccontiamo di incidenti che coinvolgono automobilisti, pedoni e ciclisti. Molti di questi, purtroppo, contano anche morti e feriti gravi. Nel 2017, secondo i dati dell’Associazione Italiana Familiari e vittime della strada-ONLUS, in provincia di Modena si sono registrati almeno 54 decessi, con una crescita del 55% rispetto al 2016 quando i decessi erano stati 35.
Dall’analisi dei dati emergono altri particolari di un fenomeno che cresce ogni anno: 25 vittime erano alla guida dell’auto, nove delle quali per fuoriuscita senza apparente coinvolgimento di altro mezzo; 10 pedoni, tutti investiti; 3 ciclisti, tutti investiti; 11 in moto o scooter, di cui tre fuoriusciti senza apparente coinvolgimento di altro mezzo; 5 camionisti (4 in autostrada) che tamponano altri autocarri ed una fuoriuscita.
Guardando al genere, il 78% delle vittime è uomo. Gli stranieri deceduti sono almeno 10. Se, invece, si legge il dato anagrafico, nella fascia 0-18 si registra un solo decesso, tra i 19 e 59 si sale a 34, tra i 60 e 70 sono 3 ed oltre i 70 sono 12, nessun trasportato.
Le strade nel modenese sono una vera e propria trappola mortale, con una media di decessi molto più alta di quella nazionale: nel 2017 i decessi su strada sono stati 12,98 per 100mila abitanti, mentre in Italia nel 2015 era 5,56 ogni 100mila abitanti e in regione 7,33 ogni 100mila abitanti.
“La società, nondimeno, – spiega il presidente dell’associazione Franco Piacentini – continua in larga parte ad accettare o rimuovere il rischio di morte sulle strade: i drammi che si consumano quotidianamente sulle nostre strade sono ancora alquanto ignorati Dalle amministrazioni, evidentemente solo a fiato, viene dato esplicito appoggio all’obiettivo previsto di dimezzare il numero di morti sulle strade del 2010 (58) entro il 2020. Di questo passo non ci arriveremo mai, non potremo neppure mostrarci “orgogliosi” per aver raggiunto, di accettare, tra due anni, quel vergognoso, minimo “traguardo” di 29 morti e 1200 feriti, dei quali 90 con disabilità permanenti e conseguenti spese sociali. Le amministrazioni dovrebbero quindi aderire alla richiesta del Parlamento europeo e mirare, seriamente, a scongiurare completamente i decessi da incidenti stradali (“Vision Zero”), come già fanno diversi stati”.
“La provincia di Modena – continua Piacentini – deve iniziare a dar corpo a tale visione ed elaborare una strategia in questa direzione con un corpo di provvedimenti assai più concreto, molti provvedimenti annunciati sono tuttora troppo vaghi, portati avanti con assoluto disinteresse e certamente all’altezza delle sfide in gioco. A livello provinciale dovrebbe essere prospettato anche un altro obiettivo chiaro e quantificabile per il 2020, ossia ridurre del 40% il numero dei feriti gravi e per poter aver riscontro dei risultati che si otterranno, bisogna poter definire cosa si intende per “ferito grave” ed avere accesso ai dati sanitari di questi ultimi. Infine è necessario predisporre un apposito centro di assistenza per i familiari di vittime da incidenti traumatici perché chiunque resta ucciso o ferito in un incidente, direttamente o indirettamente, è uno di troppo”.
In copertina una foto di repertorio
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