I poliziotti del sindacato Siulp lanciano l’allarme su quanto accade nella Bassa Modenese “sempre più preda – scrivono – di affari illeciti delle grandi criminalità organizzate, camorra e ‘ndrangheta su tutte”. Lo fanno con una lettera inviata a Roma, alla segreteria nazionale ricordando lo stato in cui versa il Commissariato di Mirandola che “ridotto attualmente a 28 unità e presto a 26 a causa di pensionamenti, fatica tantissimo anche nel semplice ma fondamentale controllo del territorio: nessun nuovo agente da anni, nessuno dei futuri ispettori e silenzio assordante a destra e a manca”.
Ecco la missiva del Siulp
La cronaca di questi giorni, ci racconta che l’inchiesta Aemilia sta dimostrando, se mai ve ne fosse ancora bisogno, che la Bassa modenese è sempre più preda di affari illeciti delle grandi criminalità organizzate, camorra e ‘ndrangheta su tutte.
La Bassa modenese, un comprensorio di nove comuni con quasi 80.000 abitanti sparsi su un territorio di oltre 460 kmq, è sede del più importante distretto biomedicale europeo, dove oltre 5000 addetti, per lo più nel mirandolese, producono l’eccellenza del materiale ospedaliero per settori come emodialisi, biopsia e drenaggio, cardiochirurgia e oncologia e tanto altro ancora.
In un territorio come questo, fondamentale per il PIL italiano, la DDA di Bologna scopre che camorra e ‘ndrangheta fanno affari insieme nel mondo dell’edilizia, infiltrandosi negli appalti per la ricostruzione post terremoto di Mirandola e pretendendo per ciò pagamenti di somme importanti.
Si fa presto a pensare che se una situazione del genere, ancora non completamente scoperchiata dall’inchiesta Aemilia, non viene adeguatamente seguita, monitorata e interrotta quanto prima, nel giro di alcuni anni l’espansione sarebbe tale da poter minare le fondamenta dell’economia locale.
In questo scenario, gravi appaiono le responsabilità di vertici istituzionali e politici che, negli anni, hanno minimizzato l’allarme del sindacato di polizia riguardo il preoccupante calo di uomini e mezzi, con la contemporanea infiltrazione di criminalità organizzate sempre più evidente.
Minimizzazioni che hanno portato nel tempo a consolidare l’idea del mirandolese quale isola felice e scevra da problematiche complesse, per il solo fatto che le criminalità organizzate in questi luoghi agiscono silenziosamente, senza clamori che possano far preoccupare i cittadini, molto più allarmati dai reati predatori che da questa realtà.
È per tale motivo, che segnaliamo la gravissima situazione del Commissariato di Mirandola che, ridotto attualmente a 28 unità e presto a 26 a causa di pensionamenti, fatica tantissimo anche nel semplice ma fondamentale controllo del territorio: nessun nuovo agente da anni, nessuno dei futuri ispettori e silenzio assordante a destra e a manca.
Si aggiunga, a tale difficile situazione, che la polizia giudiziaria degli uffici di Mirandola, Carpi e Sassuolo è stata recentemente esautorata da varie scelte investigative e operative, a causa delle decisioni imposte dalla Questura di Modena, che appartengono a un retaggio e a una visione del lavoro oramai ampiamente sorpassate dai tempi.
Ecco perché, ancora una volta, è il sindacato di polizia Siulp a calarsi nei panni di chi, per responsabilità istituzionali o politiche, dovrebbe stracciarsi le vesti a difesa di un territorio così operoso, produttivo ma quanto mai a rischio.