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In un libro i ricordi di via Milazzo

da | Gen 25, 2018 | Mirandola | 0 commenti

Sarà presentato domenica 28 gennaio a Mirandola, presso il Foyer del Teatro Nuovo, alle ore 10.30, il libro di Franco Gambuzzi Via Milazzo. Ricordi dissepolti da un terremoto (142 pagine, 15 euro).

I proventi della vendita del volume saranno destinasti al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale mirandolese “Santa Maria Bianca”. L’iniziativa, alla quale sarà presente l’autore, è parte della rassegna organizzata dal Comune e dalla biblioteca Garin “Libri a chilometro zero. Leggere e scrivere a Mirandola e dintorni”.

«Se dovessi dire da dove è nata l’idea di mettere per iscritto i ricordi e le sensazioni di una lontana adolescenza, molte vite fa, non saprei proprio dove cominciare: – spiega Franco Gambuzzi – non ci sono un momento e un luogo precisi. Di certo qualcosa mi si è mosso dentro nelle lunghe passeggiate, attraverso una città inginocchiata e ferita, mentre, spingendo la carrozzina di mia madre, volgevo intorno uno sguardo desolato e colmo di sconforto. Lunghe camminate con silenzi infarciti da un qualche timido e ottimista «Tl’arcordat?» cui seguiva un meravigliato (imprevisto e insperato) «Se, ml’arcord». Cercavo di tenere legato con lei un dialogo e, nonostante la consapevolezza che gradualmente questo si trasformasse in uno sterile monologo mi si facesse sempre più evidente, continuai a parlarle inframmezzando i miei discorsi, sperando in una reazione, con dubbi e domande. Mi accontentavo anche solo di un suo sorriso, quasi sempre, immancabilmente segnato da uno smarrito stupore. Sì, penso proprio sia stato così che ho ripreso a parlare con me stesso. Fu così che scorrendo le foto della mia città che, a partire da quei giorni, venivano progressivamente caricate sul web, sorse imperiosa in me l’esigenza di accompagnare quelle immagini condividendo brevi riflessioni e commenti, proprio come se stessi facendolo con mia madre. Quelle spicce e sintetiche espressioni didascaliche si trasformarono gradualmente in piccoli racconti, via via arricchiti di particolari che, miracolosamente e imprevedibilmente, cominciarono a riaffiorare sempre più copiosi nella mia testa. Non posso nascondere – prosegue Gambuzzi – che dietro a quel mio furore narrativo si nascondesse, molto probabilmente, una sorta di mia intima necessità terapeutica, una forma di autoanalisi “fai da te”. Mi vien da sorridere ripensando a quell’amico che, incontrandomi in una di quelle passeggiate, salutandomi, mi espresse il suo apprezzamento per i miei post, opinione che si può sintetizzare in poche righe: “Belli, davvero belli i tuoi racconti, mi piace molto, nel leggerli, riandare con il pensiero ai tempi della nostra giovinezza. Però, anche se…si insomma, dai…a volte metti e descrivi cose che sarebbe meglio, oh, io la penso così eh, tenere riservate… sai…la gente!”. “Ecco vedi – gli risposi – i miei racconti vogliono proprio risvegliare in chi legge gli stessi stimoli che mi hanno aggredito in questi ultimi anni. Io vorrei che accanto ai miei, fiorissero altri dieci, cento, mille racconti, per riscoprire quel che di noi abbiamo perso. Vedi, tu stesso, se lo facessi, ti sorprenderesti nel ritrovare quelle sensazioni, riscoprendole con una nuova luce, che pensavi perse per sempre. Nelle tue emozioni, ti scopriresti più ricco!”. Ecco, è proprio da lì che è nato Via Milazzo».

La rassegna proseguirà poi mercoledì 7 febbraio, presso il Foyer del Teatro Nuovo, alle ore 18, quando sarà presentato Cinquanta & cinquanta, libro di racconti scritto a quattro mani da Carlo Tassini ed Elisa Terzi.

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