Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

In vigore “la tassa sulla spesa”, ora i sacchetti della frutta si pagano. La protesta dei cittadini

da | Gen 2, 2018 | In Primo Piano, Finale Emilia, San Felice sul Panaro | 0 commenti

Se ne sono accorti i tanti che oggi sono andati a fare la spesa dopo le feste: è diventata più cara. Infatti dal primo gennaio anche i sacchetti per imbustare frutta e verdura sono diventati a pagamento. Non che prima fossero gratuiti, il prezzo era compreso naturalmente nelle spese di gestione del supermercato fatte ricadere sui  consumatori, ma ora è tutto più caro. Il prezzo potrebbe arivare anche a dieci centesimi a sacchetto. In media, per il momento, si attesta tra gli 0,01 e 0,03 centesimi. Un esborso in più che fa il paio con i nuovi aumenti di luce, gas e autostrade entrati in vigore il rpimo gennaio.

L’obbligo di pagamento dei sacchetti di frutta e verdura nei supermercati è stato inserito nel DL Mezzogiorno, con l’articolo 9-bis della legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017. Obiettivo è ridurre gli sprechi e introdurre i sacchetti biodegradabili al posto di quelli di plastica da sempre usati per imballare frutta e verdura.

La nuova “tassa sulla spesa” non piace ai consumatori. In tanti fanno appello a lasciare i supermercati e ad andare dal fruttivendolo, che la merce la dà nei sacchetti di carta. Altri propongono stratagemmi come portarsi i sacchetti da casa: non si può per ragioni igieniche. C’è chi fa così:

C’è chi fa come nell’immagine qui sopra, pesando ed etichettando ogni singolo frutto. Metodo un po’ difficile da replicare su noci, ciliegie e fagiolini, ma comunque poco efficace: il prezzo del sacchetto è inserito automaicamente a ogni pesata e per ogni scontrino emesso.

Quanto spenderemo in più

Tra i 4,17 euro e i 12,51, considerando un costo minimo di 0,01 euro e uno massimo di 0,03 per busta. E’ quanto spenderanno le famiglie italiane in un anno per i sacchetti biodegradabili e compostabili per il primo imballo alimentare, introdotti con la legge 123/2017 entrata in vigore il 1 gennaio 2018, secondo Assobioplastiche che ha effettuato, attraverso il proprio Osservatorio, una prima ricognizione di mercato sui prezzi dei sacchetti nella grande distribuzione.

Ed ecco, riporta Adnkronos, quanto emerge dalla rilevazione diretta a cura dell’Osservatorio. I sacchetti ‘bio’ per frutta e verdura (ma non solo) costeranno: 0,01 euro da Esselunga, Coop Toscana e Unes; 0,02 euro da Auchan, Conad, Coop Lombardia, Eurospar, Gruppo Gros, Iper; 0,03 da Lidl. A questa si aggiunge una “rilevazione via web/altre fonti” secondo la quale Coop Italia applicherà un prezzo di 0,02 euro; Pam e Simply di 0,03.

L’Osservatorio stima che il consumo di sacchi ortofrutta e sacchi per secondo imballo di carne, pesce, gastronomia e panetteria si aggiri complessivamente tra i 9 e i 10 miliardi di unità, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 sacchi l’anno. Ipotizzando che il consumo rimanga su queste cifre, al momento, e con i prezzi appena rilevati, la spesa massima annuale si attesterebbe sui 4,5 euro l’anno per consumatore.

Secondo i dati dell’analisi GFK-Eurisko presentati a Marca 2017 le famiglie italiane effettuano in media 139 spese anno nella Gdo. Ipotizzando che ogni spesa comporti l’utilizzo di tre sacchetti per frutta e verdura, il consumo annuo per famiglia dovrebbe attestarsi a 417 sacchetti per un costo compreso tra i 4,17 e i 12,51 euro (considerando un minimo rilevato di 0,01 euro e un massimo di 0,03 euro).

“Queste prime indicazioni di prezzo ci confortano molto – spiega Marco Versari, presidente di Assobioplastiche – perché testimoniano l’assenza di speculazioni o manovre ai danni del consumatore. Non solo. I sacchetti sono utilizzabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti e quindi almeno la metà del costo sostenuto può essere detratto dalla spesa complessiva”.

Assobioplastiche si associa a quanto già da tempo sostenuto da Legambiente relativamente ai sacchi di carta che sono fuori dal perimetro di questa legge e quindi distribuibili gratuitamente.

Condividi su: