La sospensione dell’attività di controllo della fauna opportunista decisa dai volontati di ATCMO1 (qui l’approfondimento) mette in allarme Confagricoltura Modena, preoccupata dai possibili effetti della decisione per le aziende agricole. Ecco il loro comunicato:
Il problema dei danni causati dalla fauna selvatica è ormai molto sentito su tutta la provincia di Modena. Ne fanno le spese non soltanto le aziende agricole, per i danni arrecati alle colture, ma anche tutta la popolazione, a causa dei problemi relativi all’integrità degli argini di fiumi e canali del reticolo idraulico dei Consorzi di Bonifica, o anche per gli incidenti stradali causati dall’attraversamento degli animali di grossa taglia, come da storia recente sulla tangenziale di Mirandola.
Il compito di controllare e catturare queste specie dannose è delgato alla Polizia Provinciale che si avvale della collaborazione dei coadiutori volontari facenti capo agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC): da qui la preoccupazione per la recente notizia della sospensione dell’attività di controllo da parte dell’ATCMO1, che comprende l’intero territorio dei comuni dell’Area Nord, Bomporto, Ravarino Carpi e Novi.
Come si legge nella nota inviata dall’ATCMO1 alle pubbliche amministrazioni ed alle associazioni del territorio, l’interruzione delle attività volontarie di controllo sarebbero dovute ad un reiterato atteggiamento non collaborativo e punitivo nei confronti degli operatori volontari da parte di alcuni agenti della polizia provinciale.
“Come agricoltori siamo veramente allarmati perché i volontari giocano un ruolo fondamentale per le nostre aziende, pensiamo ad esempio ai danni causati dai piccioni negi allevamenti di bovini o suini, o ai problemi causati alle colture e ai germogli delle viti – afferma Carlo Famigli Bergamini, membro di Giunta di Confagricoltura Modena con delega all’ambiente, – ma non dimentichiamo anche che il nostro è un territorio fragile dal punto di vistra idrogeologico e i danni causati agli argini dei nostri fiumi principali, in particolare da nutrie, volpi, istrici e tassi, possono aggravare una situazione già delicata, come quella causata dalle piene di questi ultimi giorni”.
L’interesse dell’Associazione agricola per il mondo venatorio è altresì rimarcato dal fatto che è di qualche giorno la stipula di un protocollo di intesa fra Confagricoltura e le associazioni che ruotano attorno alla caccia, per avviare iniziative comuni in materia di gestione agricola e faunistica.
“Auspichiamo una risoluzione a breve di questa situazione per continure e se possibile intensificare la collaborazione – afferma Stefano Gasperi, vice direttore di Confagricoltura Modena e presidente dell’ATCMO1 – nei prossimi giorni avremo un incontro chiarificatore con la Provincia assieme all’ATCMO2, dove esporremo le nostre ragioni per trovare un accordo condiviso”.
Prende posizione in merito anche il Diccap Sulpl della provincia di Modena, dopo le accuse di ATCMO1. Questo il comunicato della segreteria del sindacato, che contesta le affermazioni di Gasperi:
Abbiamo letto sugli organi di stampa che il Presidente dell’Ambito di Caccia 1 della provincia di Modena, Stefano Gasperi, ha scritto, nella lettera inviata agli organi istituzionali di riferimento, che alcuni Agenti della Polizia Provinciale hanno un atteggiamento “non collaborativo” e “punitivo” nei confronti dei coadiutori.
Vogliamo ricordare a tutti che la Polizia Provinciale è un organo di polizia che tra le tante funzioni ha anche l’incarico di fare rispettare la legge statale n.157/92 che è la legge intitolata “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, non è quindi un organo consultivo o facoltativo.
La fauna selvatica é un bene indisponibile dello Stato e lo Stato è composto da tutti i cittadini non solo da quelli iscritti con la quota agli ATC.
L’atteggiamento non collaborativo e punitivo, della Polizia Provinciale, come viene definito, presuppone una scelta da parte dell’agente accertatore , e tale non puo’ essere in quanto la legge non lo prevede.
Ricordiamo che la Polizia Provinciale fa rispettare la legge senza guardare se chi non la rispetta è amico di qualcuno, e senza trattare in modo diverso chi le trasgredisce, Quindi informiamo il Presidente dell’Ambito di Caccia 1 della provincia di Modena, Stefano Gasperi, che forse si è spinto in una valutazione affrettata, senza probabilmente conoscere come funziona il servizio di polizia provinciale, che competenze hanno gli operatori e che obblighi hanno.
Se vorra’ siamo disponibili a spiegarglielo, cosi’ siamo certi non ricadra’ nella medesime affermazioni un’altra volta.
L’organo di controllo, ricordiamo, che deve fare rispettare le regole dei piani di controllo che riguardano la fauna selvatica e collabora ogni giorno dando spiegazione, ai coadiutori e anche ai cacciatori, delle regole vecchie e nuove in una materia che, riguardando esseri viventi, e che è sempre più delicata e difficile.
La riprova di questa collaborazione è nei numeri degli interventi di controllo effettuati dai coadiutori che agiscono correttamente e sono consapevoli della delicata funzione che stanno svolgendo. È anche a tutela di queste persone che la Polizia Provinciale, nonostante la riduzione costante dell’organico, causata da riforme che hanno svilito tale compito indispensabile, effettua controlli e sanzioni.
Vogliamo aggiungere che la porta della Polizia Provinciale è sempre aperta ma i ruoli devono essere chiari e distinti.
Il DiccapSulpl che, come previsto dalla legge e dai contratti collettivi, rappresenta persone che svolgono il proprio lavoro, valuterà nelle sedi opportune se, quanto diffuso pubblicamente ha travalicato i confini della normale dialettica e critica che, in uno stato di diritto in cui le “liste di proscrizione” non sono ammesse, sono da considerare positivamente.
LEGGI ANCHE: Piani di controllo della fauna opportunista, la protesta di AtcMo1