ATC MO1, Ambito Territoriale di Caccia della Bassa pianura, ha inviato una lettera alle associazioni di categoria e alle pubbliche amministrazioni annunciando l’intenzione di sospendere l’attività di controllo della fauna opportunista, “a seguito del reiterato atteggiamento non collaborativo e punitivo nei confronti degli operatori volontari a tutela del territorio della bassa pianura modenese”, scrivono.
Ecco il messaggio:
Oggetto: piani di controllo delle fauna opportunista, situazione e azione di sospensione attività.
Gentilissimi,
l’attività di controllo della fauna opportunista da diversi anni ci vede protagonisti nel coordinamento e nella attività stessa di controllo e con grande sofferenza e disagio siamo a denunciare l’avvilimento che i Coadiutori sono costretti a subire da parte di alcuni agenti della Polizia Provinciale.
L’attività di controllo è svolta da oltre trecento volontari – fino ad ora sostenuti dalla responsabilità di effettuare interventi su tutto il territorio dell’ATC MO1- che ogni anno si occupano di servizi finalizzati a garantire il raggiungimento degli obiettivi gestionali, definiti prima della riforma da parte della Provincia, e ora di competenza della Regione.
L’attività dei Volontari Coadiutori della Polizia Provinciale è la seguente:
– tutela delle produzioni agricole dai danni causati da fauna;
– tutela del decoro urbano e della salute pubblica;
– tutela delle opere idrauliche e per l’integrità degli argini;
– collaborazione con la Protezione Civile Provinciale per la cattura degli Istrici e dei Tassi;
– tutela degli allevamenti bovini e suini dai danni causati dai piccioni;
– cattura e controllo delle nutrie in convenzione con la Provincia di Modena, il Consorzio della Bonifica della Burana, il Consorzio della Bonifica dell’Emilia Centrale, l’AIPO e di 13 Comuni di competenza dell’ATC MO1.CONSIDERATO
– il recente atteggiamento “punitivo” assunto da alcuni agenti della Polizia Provinciale nei confronti di operatori volontari a cui sono state anticipati verbalmente contravvenzioni per errori formali (come “sparare sulla Croce Rossa”);
– l’atteggiamento “non collaborativo”, sempre da parte di alcuni agenti della Polizia Provinciale, che obbligano gli operatori volontari a districarsi tra mille difficoltà operative;
– che la contravvenzione comporta la sospensione dell’attività di sei mesi oltre al fatto che, in determinati casi, può compromettere il Porto d’Armi e di conseguenza l’impedimento a svolgere l’attività venatoria e dei piani di controllo;
– che da oltre due mesi il sottoscritto ha cercato un dialogo costruttivo con la Dirigenza della Polizia Provinciale per trovare una via d’uscita in grado di dare tranquillità agli operatori volontari che svolgono un servizio indispensabile oltre che prezioso per tutta la comunità;
– che i Piani di Controllo sono di competenza della Polizia Provinciale;SI COMUNICA
che, nostro malgrado, sospenderemo l’attività di coordinamento, supporto e sostegno dell’attività di controllo della fauna opportunista fin quando i Coadiutori non potranno effettuare l’attività in modo tranquillo e tutelati da parte della Polizia Provinciale. È questa una decisione particolarmente sofferta, considerato che siamo riusciti a strutturare il territorio in modo da poter rispondere in tempo reale alle esigenze delle oltre 1600 Aziende Agricole con cui entriamo in contatto ogni anno.
Inoltre rispondiamo sempre in modo puntuale:
– alle esigenze di tutela dei corsi d’acqua da parte dei due Consorzi di Bonifica locali;
– alle esigenze di tutela degli argini dei fiumi più importanti, (Secchia, Panaro e Naviglio) da parte dell’AIPO;
– alle esigenze di tutela urbana da parte dei tredici comuni sui quali operiamo;
– alle esigenze della Protezione Civile per il monitoraggi delle tane e per la cattura delle specie fossorie.Fino ad ora siamo riusciti a motivare il personale volontario al punto da consentire la realizzazione di un lavoro veramente imponente. Questi i dati riferiti all’attività del 2017: 4.041 settimane di lavoro con trappole di cattura e 5.412 interventi di attività con sparo. Ne consegue che lo sforzo profuso dai coadiutori nell’anno 2017 è complessivamente di 33.699 (trentatremilaseicentonovantanove) servizi realizzati da circa 320 operatori volontari su una S.A.S.P. (Superficie Agro Silvo Pastorale) complessiva di 66.837 ettari.
Un ottimo risultato, considerando che in questo Paese ciò che funziona deve essere sempre messo a dura prova e chi ha entusiasmo, capacità e voglia di fare deve essere prontamente avvilito e messo in condizione di non poter operare.
Invitiamo pertanto tutti gli Enti, le Associazioni di Categoria con le quali abbiamo collaborato in questi anni e tutti coloro ai quali abbiamo garantito un servizio, ad indirizzare le loro future esigenze e necessità alla Polizia Provinciale.
Anticipiamo che non ci riteniamo responsabili ai fini dei risarcimenti di eventuali danni da fauna causati alle produzioni agricole, qualora la Polizia Provinciale non abbia provveduto a realizzare la prevenzione danni mediante i piani di controllo richiesti dalle Aziende Agricole.
Prende posizione in merito anche il Diccap Sulpl della provincia di Modena, dopo le accuse di ATCMO1. Questo il comunicato della segreteria del sindacato, che contesta le affermazioni di Gasperi:
Abbiamo letto sugli organi di stampa che il Presidente dell’Ambito di Caccia 1 della provincia di Modena, Stefano Gasperi, ha scritto, nella lettera inviata agli organi istituzionali di riferimento, che alcuni Agenti della Polizia Provinciale hanno un atteggiamento “non collaborativo” e “punitivo” nei confronti dei coadiutori.
Vogliamo ricordare a tutti che la Polizia Provinciale è un organo di polizia che tra le tante funzioni ha anche l’incarico di fare rispettare la legge statale n.157/92 che è la legge intitolata “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, non è quindi un organo consultivo o facoltativo.
La fauna selvatica é un bene indisponibile dello Stato e lo Stato è composto da tutti i cittadini non solo da quelli iscritti con la quota agli ATC.
L’atteggiamento non collaborativo e punitivo, della Polizia Provinciale, come viene definito, presuppone una scelta da parte dell’agente accertatore , e tale non puo’ essere in quanto la legge non lo prevede.
Ricordiamo che la Polizia Provinciale fa rispettare la legge senza guardare se chi non la rispetta è amico di qualcuno, e senza trattare in modo diverso chi le trasgredisce, Quindi informiamo il Presidente dell’Ambito di Caccia 1 della provincia di Modena, Stefano Gasperi, che forse si è spinto in una valutazione affrettata, senza probabilmente conoscere come funziona il servizio di polizia provinciale, che competenze hanno gli operatori e che obblighi hanno.
Se vorra’ siamo disponibili a spiegarglielo, cosi’ siamo certi non ricadra’ nella medesime affermazioni un’altra volta.
L’organo di controllo, ricordiamo, che deve fare rispettare le regole dei piani di controllo che riguardano la fauna selvatica e collabora ogni giorno dando spiegazione, ai coadiutori e anche ai cacciatori, delle regole vecchie e nuove in una materia che, riguardando esseri viventi, e che è sempre più delicata e difficile.
La riprova di questa collaborazione è nei numeri degli interventi di controllo effettuati dai coadiutori che agiscono correttamente e sono consapevoli della delicata funzione che stanno svolgendo. È anche a tutela di queste persone che la Polizia Provinciale, nonostante la riduzione costante dell’organico, causata da riforme che hanno svilito tale compito indispensabile, effettua controlli e sanzioni.
Vogliamo aggiungere che la porta della Polizia Provinciale è sempre aperta ma i ruoli devono essere chiari e distinti.
Il DiccapSulpl che, come previsto dalla legge e dai contratti collettivi, rappresenta persone che svolgono il proprio lavoro, valuterà nelle sedi opportune se, quanto diffuso pubblicamente ha travalicato i confini della normale dialettica e critica che, in uno stato di diritto in cui le “liste di proscrizione” non sono ammesse, sono da considerare positivamente.