Un premio per Enrico Bernabiti de La Pieve Nonantola: è tra i dieci migliori sportivi della provincia. I Centro Sportivo Italiano – comitato di Modena –ha scelto di premiare dieci sportivi che, a vario titolo, si sono distinti nel corso dell’anno 2017/2018 per Fair Play, un concetto che va ben oltre il rispetto delle regole in campo e che investe piuttosto l’intero stile di vita dello sportivo su molteplici aspetti quali la correttezza, la trasparenza, la serietà, l’umanità che si dimostrano anche al di fuori dello sport.
Il 26 giugno del 2017, durante un torneo di calcio amatoriale nella parrocchia di Ravarino, in onore di un amico scomparso a causa di un incidente, Fabio amico e compagno di squadra si sente male e si accascia, colpito – si scoprirà dopo – da un infarto. Tutto accade in una frazione di secondo: Enrico si avvicina, immediatamente rileva il debole battito dell’amico e con immediata prontezza esegue su di lui il massaggio cardiaco. Un gesto che, nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza e del defibrillatore, è in grado di salvare la vita adEnrico che successivamente dovrà ricorrere anche ad un intervento chirurgico.
Il CSI Modena ha premiato Enrico Bernabiti come “campione di Fair Play”, per il suo gesto importante e la prontezza che ha dimostrato senza farsi travolgere dalle emozioni e dalla paura. Enrico ha salvato una vita umana e non c’è bisogno di aggiungere altro. Il CSI lo ha ringraziato anche per il suo impegno nel promuovere l’importanza del massaggio cardiaco e del defibrillatore, manovre che sono in grado di fare la differenza tra la vita e la morte.
“A Modena ci sono tredici enti di promozione sportiva – sottolinea il presidente Stefano Gobbi – ma non esiste una legge quadro sullo sport. Una ricerca recente della CGIL ci parla di 1,5 milione e mezzo di occupati nello sport, questo significa che esiste un nucleo di mondo sportivo consistente. Se guardiamo al futuro, seoggi dovessi pensare ad una società composita che voglia mettere insieme azione sociale, gestione impiantistica, che voglia avere collaboratori a contratto e cheintenda relazionarsi con il sistema pubblico, ecco che suggerirei l’impresa sociale, perché attrae risorse. Il nostro modello deve essere compatibile con il modello sociale, che richiede una forte azione sociale ed educativa”. Presente all’assemblea anche il nuovo consulente ecclesiastico CSI, don Carlo Bertacchini: “Credo che lo sport rappresenti un bellissimo modo di aggregare i giovani, con tutte le problematiche e i cambiamenti che questi vivono al giorno d’oggi. La Chiesa, insieme al CSI, possono sicuramente combinare lo sport con dei valori importanti, dobbiamo solo fare del nostro meglio per portare avanti questo lavoro assieme”.
Le altre storie di Fair Play.
La prima storia da raccontare è quella di Yaya Camara, arbitro CSI, premiato dal Comitato come “campione di Fair Play” per il suo impegno a favore degli altri, per la sua attenzione verso i bambini e le persone che vivono in situazione di difficoltà. Yaha ha 25 anni ed è nato in Gambia, è richiedente asilo e vive a Modena da un anno. Parla sei lingue, è mediatore culturale e fa il custode in hotel. Con il CSI Yaya ha partecipato al corso arbitri di calcio,attraverso l’offerta formativa che il nostro Comitato propone ai migranti in collaborazione con le cooperative del territorio. Da circa due anni è ufficialmente un arbitro CSI: gli piace arbitrare le partite dei bambini e la sua diaria, Yaya la destina ai piccoli abitanti del villaggio dove è nato, in Africa, per pagare le tasse scolastiche ad alcuni bambini in difficoltà. Da sempre, ha il desiderio di condividere anche le cose più piccole con gli altri: in collaborazione con il CSI ha attivato il progetto Camara HELP, una raccolta fondi per aiutare i bambini costretti al lavoro minorile e le donne che nel suo Paese sono sicuramente più svantaggiate e vivono in condizioni di sfruttamento.
Poi ci sono le giovanissime Greta Baldini, Martina Scarpinati, Giulia Morandi, Federica Casari, premiate ieri sera per la loro preziosa collaborazione al progetto CSI “Liberiamo Energie Positive” che prevede l’organizzazione di attività sportive e percorsi formativi rivolti alla popolazione carceraria femminile e maschile presso gli istituti penitenziari della provincia di Modena. Con le rispettive competenze acquisite in ambito sportivo e di servizio (Greta e Martina come insegnanti di danza,Giulia e Federica come scout e attraverso la pratica della pallavolo e del biliardino) queste giovani atlete hanno partecipato all’attività in carcere contribuendo a favorire l’aggregazione e la socializzazione delle persone in stato di detenzione offrendo loro uno spazio educativo e formativo fondamentale per il reinserimento nella società civile. Ha portato emozione e soprattutto ha ricordato l’importanza delle manovre di rianimazione la storia di Enrico Bernabiti, direttore tecnico de La Pieve di Nonantola e allenatore della prima squadra calcistica Juniores, che la scorsa estate, durante un torneo di calcio amatoriale nella parrocchia di Ravarino, ha compiuto un gesto in grado di segnare per sempre la vita di Fabio, suo amico e compagno di squadra. Tutto accade in una frazione di secondo: Fabio si sente male e si accascia, colpito – si scoprirà dopo – da un infarto. Enrico si avvicina, immediatamente rileva il debole battito dell’amico e con immediata prontezza esegue su di lui il massaggio cardiaco. Un gesto che, nell’attesa dell’arrivo dell’ambulanza e del defibrillatore, è in grado di salvare la vita di Fabio.
E poi c’è Oxana Ghinelli, 25 anni, che ieri sera ha ritirato il Premio insieme ai genitori e alla sua allenatrice per aver dimostrato che nello sport, come nella vita, non esistono ostacoli di alcun tipo. Oxana è nata con la sindrome di Down: è una grande appassionata di ginnastica ritmica e da tre anni si dedica con impegno e dedizione a questa attività sportiva tanto da essere giunta quest’anno, per la sua categoria, a qualificarsi per le fasi regionali. Oxana trasmette allegria, entusiasmo, voglia di lanciarsi in nuove imprese, è cresciuta nello sport e nelle amicizie anche grazie all’ottimo rapporto instaurato con le compagne, con cui in particolari occasioni si frequenta anche fuori dall’ambito sportivo, e dalle quali prende spunto per migliorare in alcuni aspetti della ginnastica ritmica e con le quali ha davvero costruito un ottimo “spirito di squadra”. Sono stati premiati come campioni di Fair Play anche i giovanissimi Filippo Valla, 22 anni atleta e capitano della Team Amb, e Riccardo Credi, diciassettenne atleta dell’Appennino 2000: entrambi hanno ricevuto il riconoscimento CSI per il grande percorso personale compiuto nell’ultimo anno attraverso la pratica sportiva, crescendo in tutti gli aspetti relazionali e di autonomia nella vita di tutti i giorni. Filippo e Riccardo, con la loro presenza e voglia di partecipare, hanno contribuito a far crescere anche gli amici e compagni di squadra che hanno il privilegio di poter contare sulla loro “presenza gentile”.
Nei riconoscimenti CSI non poteva mancare la figura dell’allenatore: è stata premiata come campionessa di Fair Play Monia Bompani, della CS J.Maritain, perl’amore con cui si dedica alla crescita sportiva e morale dei piccoli atleti.Monia è allenatrice di pallavolo, da anni punto di riferimento fondamentale per l’attività sportiva all’interno del Maritain. Grazie al suo lavoro, è riuscita a diffondere lo sport della pallavolo nelle scuole elementari della zona ed ha creato un settore di mini volley all’interno della società sportiva che coinvolge i piccoli atleti e i rispettivi genitori non solo nella pratica sportiva, ma anche nell’organizzazione di feste e nelle attività di volontariato. Il suo impegno va al di là della crescita tecnico/sportiva: obiettivo di Monia è infatti quello di educare i giovani atleti al rispetto delle regole del comportamento sportivo (rispetto dell’arbitro,dell’avversario, lealtà agonistica) in modo che questi importanti valori siano assorbiti in primis dai genitori stessi.