Castello dei Pico a Mirandola, già spesi 300 mila euro e ricostruzione al palo. La denuncia sulla lenetezza dei lavori arriva da Antonio Platis, consigliere comunale di Forza Italia che spiega come “dal primo incarico affidato il 27/02/2013 sono passati ben 5 anni, ma il via libera al progetto definitivo non è ancora arrivato.
Nel frattempo – prosegue Platis – sono stati conferiti altri 7 incarichi a professionisti (scelti direttamente dall’Amministrazione) e spesi complessivamente circa 300mila euro comprensivi di iva e oneri, ma anche a luglio 2017 la Struttura Commissariale ha espresso ‘parere negativo’. Bologna è stata troppo pignola? Sta di fatto che dopo diversi tavoli di lavoro si è deciso, pochi giorni fa, di liquidare consensualmente un progettista e di conferire un nuovo contratto da ulteriori 24mila euro per terminare il lavoro, sperando, ovviamente che sia sufficiente per incassare il via libera dal Commissario alla Ricostruzione.
È evidente – osserva il consigliere – che questo intervento, come molti altri su edifici storici, sia di particolare complessità, ma è altrettanto vero che sono diverse le opere partite o in corso di accantieramento. Perché il Castello dei Pico è rimasto al palo?
Tutti gli incarichi – incalza Platis – sono affidamenti diretti ed in un caso al medesimo professionista sono stati conferiti due lavori uno da 39.950 euro ed uno da 23.700. Premesso che la soglia per l’affidamento diretto è 40mila euro, stona particolarmente il fatto che il Comune sia stato sotto al limite di soli 50 euro. Inoltre la normativa prevede che non si possano frazionare gli incarichi ed in questo caso ve sono due a 15 mesi di distanza.
È pur vero – chiosa Platis – che potrebbero essere sopraggiunte difficoltà progettuali non ben analizzate, ma il progettista aveva firmato un contratto con il Comune di Mirandola in cui si impegnava “ad introdurre negli elaborati tutte le modifiche che gli Enti preposti al rilascio di autorizzazioni e/o nullaosta vorranno introdurre per l’accettazione degli stessi, senza alcun compenso supplementare”.
Agli atti del Servizio Lavori Pubblici – precisa Platis – risulta una nota del medesimo professionista che dice di voler rinunciare al primo incarico o, in alternativa, ha bisogno di altri 53mila euro per realizzare tutte le modifiche chieste dalla Sovrintendenza.
Dopo qualche mese, e senza richiamare altra corrispondenza, il Comune assegna il secondo incarico da 37.000 euro lordi.
Purtroppo non è tutto. Ho presentato una lunga richiesti di chiarimenti agli uffici per i profili fiscali, previdenziali e contrattuali. Nel caso segnalerò i fatti all’Anac e alla Corte dei Conti.