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Martini Concordia, dopo l’addio dell’acquirente si teme per i lavoratori

da | Mag 16, 2018 | In Primo Piano, Concordia | 0 commenti

E’ grande la preoccupazione da parte delle istituzioni, Regione Emilia-Romagna e Comune di Concordia sulla Secchia (Mo), sul futuro dell’azienda Martini.

“E’ stato imbarazzante apprendere in questi ultimi giorni- dichiarano in una nota l’assessora regionale alle Attività produttive Palma Costi e il sindaco Luca Prandini- che ci sono delle difficoltà per concludere il passaggio dell’azienda e dei lavoratori alla ditta Coemar dopo la presentazione dell’offerta di acquisto”.
La vertenza sembrava sulla strada della soluzione positiva per la continuità aziendale e la tutela dei posti di lavoro, nel dicembre scorso era stato siglato un accordo con i lavoratori per il passaggio del personale e ora si attendeva solo la formalizzazione del passaggio di proprietà.
Anche in un incontro svoltosi lunedì pomeriggio, convocato con urgenza presso gli uffici della Regione a Bologna, le istituzioni hanno insistito affinché Coemar non abbandoni la trattativa e la Martini sia disponibile ad approfondire e trattare tutti gli aspetti ancora considerati non conformi e necessari a chiarire.
“Chiediamo senso di responsabilità, ci sono in ballo 50 posti di lavoro e la possibilità di proseguire una storica attività radicata a Concordia- hanno detto Costi e Prandini-. Chiediamo a tutti i soggetti coinvolti di non far naufragare questa prospettiva e alle autorità che sovraintendono la procedura concordataria di garantire la ricerca di una soluzione che tuteli la continuità produttiva e occupazionale: per queste ragioni continueremo a seguire la vicenda a fianco dei lavoratori”.

L’APPELLO DEI SINDACATI

Fiom, Fim, unitamente alle RSU, ribadiscono l’assoluta necessità che le liti e le incomprensioni tra le due parti non debbano in alcun modo mettere a rischio la continuità aziendale e conseguentemente i posti di lavoro. Ora non è il tempo di cercare responsabilità, ma di cercare soluzioni che possano ristabilire le condizioni per mantenere l’azienda sul territorio e garantire ai lavoratori una certezza occupazionale oggi messa a rischio.

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