Per i negozi specializzati nell’alimentare segni di crescita da inizio anno. E’ uno dei pochi segnali positivi che si registrano nel primo trimestre dell’anno, una nuova ampia flessione tradisce le aspettative di ripresa delle vendite (-1,6 per cento). L’inversione di tendenza riguarda lo specializzato non alimentare, mentre iper, super e grandi magazzini confermano un segno negativo più contenuto. Aumentano le vendite dello specializzato alimentare. L’andamento sfavorevole è marcato per la piccola e media distribuzione e leggero per le aziende con 20 o più addetti. Si accentua la tendenza alla riduzione delle imprese (-1,8 per cento).
Dopo tre anni di variazioni negative contenute intervallate da sporadici incrementi, nel primo trimestre 2018 le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono scese dell’1,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo di ampiezza non sperimentato dalla fine del 2014. L’inversione di tendenza in negativo delle vendite si è riflessa nell’andamento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite che si aggrava scendendo da -1,8 a -13,1 punti. Al contrario, migliorano i giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il cui saldo scende da 10,8 a 9,3 punti percentuali. Complice anche l’effetto della stagionalità, ci si attende un contenimento della contrazione delle vendite nel corso del secondo trimestre, il saldo tra le valutazioni risale da -7,6 a –3,1 punti, il primo segno negativo rilevato nel primo trimestre dal 2013. Questo emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
Le tipologie del dettaglio. Mentre le vendite nello specializzato alimentare sono aumentate dell’1,0 per cento, a determinare il passo indietro sono stati lo specializzato non alimentare, in flessione del 2,7 per cento, e in minore misura iper, super e grandi magazzini, che hanno confermato la tendenza moderatamente negativa, -0,3 per cento.
La dimensione delle imprese. La correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale mostra un effetto soglia rilevante. La tendenza negativa è marcata per la piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti (-2,2 per cento) e per le medie imprese, da 6 a 19 addetti (-2,5 per cento), mentre è molto più contenuta per le imprese di maggiore dimensione, con 20 o più addetti (-0,6 per cento).
Il registro delle imprese. Alla fine del primo trimestre, erano attive 45.134 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,8 per cento (804 unità) rispetto a un anno prima. L’andamento negativo è dato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-675 unità, -2,1 per cento) e da quella più rapida delle società di persone (-3,0 per cento, -293 unità).
Queste ultime risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+3,9 per cento, +170unità).