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L’uovo di Nordkapp/30 – Torno, e sono felice. Impressioni di un viaggio

da | Lug 2, 2018 | Mirandola, Sport e Motori | 0 commenti

30 giorni dovevano essere e trenta giorni sono stati: Davide Gaddi è arrivato a Capo Nord dopo essere partito da Trieste, e SulPanaro.net lo ha seguito pedalata dopo pedalata (qui tutti gli articoli). Lo ha fatto per un fine nobile, per aiutare un progetto solidale in favore dei bambini diversamente abili (qui l’approfondimento): a proposito, continuare a donare, perché si può ancora fare! – vedi in basso per i dettagli

1 luglio, sulla via del ritorno

Ciao a tutti,
Vi scrivo da Tromso, dove sono arrivato in autobus e da dove mi imbarcherò per l’Italia. Sono rilassato, ma è anche scesa l’adrenalina: mi manca già il viaggio, devo dire la verità. Oggi, quando ai piedi ho messo le scarpe per passeggiare, mi facevano male i piedi e le gambe: ero abituato a spingere, il mio corpo era abituato a 150 km circa al giorno e ho iniziato a sentire gli indolenzimenti.

 

Ho sentito molto l’obiettivo da raggiungere e l’emozione, negli ultimi giorni. Ho fatto questo viaggio, come sapete, per un fine benefico, per aiutare a sostenere le donazioni al progetto per i ragazzi diversamenti abili dell’Azienda Agricola e Sociale Villa Forni di Cognento: spero di avere sensibilizzato diverse persone. Noi siamo fortunati, a volte non ci rendiamo nemmeno conto della fortuna che abbiamo. Spesso non sappiamo sorridere, e se sarò riuscito ad aiutare il progetto sarò la persona più felice del mondo.

 

Del viaggio mi porto dentro tutte le sensazioni, e la consapevolezza di essere fortunato: ho potuto fare una cosa che mi piaceva fare.

 

Ho attraversato 11 paesi diversi. Il paesaggio è davvero iniziato a cambiare dopo la Polonia: un po’ per quello che vedevo intorno, un po’ per le persone. Più gli spazi diventavano grandi, più le cose erano organizzate e le persone serene: anziani, adulti, ragazzi, bambini, tutti tranquilli e disponibili. Per dire: oggi l’autobus con il quale stavo tornando ha caricato una ragazza che stava facendo l’autostop, una neozelandese con canna da pesca e zaino sulle spalle. Una cosa così da noi non sarebbe possibile.

 

Là evidentemente i viaggiatori sono i benvenuti, del resto ognuno ha la propria storia ma tutti lo fanno per una cosa: cercare qualcosa che lo faccia felice. Oggi lo sono, e lo sarò ancora di più se le donazioni saranno state tante.

 

Oggi quando ho rifatto le borse per ripartire, le ho preparate come le preparavo tutti i giorni, scientificamente, con tutto al suo posto, come se dovessi caricarle in equilibrio sulla bici. Ma non dovevo caricarle in bici, non aveva senso :)

 

Quando sei solo su una bici e hai davanti un viaggio del genere devi pensare a tantissime cose, prima di tutto a sentire te stesso. Quando bere e quando mangiare per non entrare in crisi, ma anche tenere sempre d’occhio la strada con i suoi pericoli e la direzione, perché per evitare il traffico bisogna fare strade basse, ma così si allunga il tragitto e non sempre è facile seguire la rotta. A volte la strada è chiusa, a volte ci si perde. Poi il meteo, contro il quale non si può fare niente, e gli obiettivi quotidiani: punti ad arrivare a un posto, magari arrivi tardi perché ti sei fermato a mangiare e non hai calcolato bene, o arrivi troppo prima e non puoi entrare nell’albergo prenotato e quindi, per riposare, devi aspettare in un bar. Le variabili sono tantissime, anche a ripensarci ora. Tra l’altro, fondamentale è fare un viaggio in luoghi nei quali, bene o male, se accade qualcosa puoi chiedere aiuto: io ho pedalato in posti in cui per diversi chilometri non si vedevano villaggi ma, a parte alcune zone in Norvegia, ogni tanto qualche casa si trovava e qualcuno in strada passava, e questo significa non essere del tutto soli, anche quando lo si è per davvero.

 

(Davide)

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LA MAPPA

IL PROGETTO
Il viaggio di Davide è a favore dell’Azienda Agricola e Sociale Villa Forni, di Cognento (MO), molto attiva nell’offerta ai ragazzi diversamente abili (agricoltura sociale, pet terapy, ippoterapia, attività laboratoriali, etc.).
La famiglia Forni, una pietra miliare nella storia modenese, ha in essere un ambizioso progetto in più fasi che prevede inizialmente la costruzione di un grande pollaio all’avanguardia per galline ovaiole. Grazie alle uova, e alla farina di grano pregiato (miscela di semi antichi) diversi ragazzi disabili potranno cimentarsi nella preparazione di pasta fresca, rigorosamente nel rispetto della tradizione modenese, e trovare un ruolo se non un lavoro vero e proprio. Sarei felice se il mio viaggio, grazie al sostegno delle persone che mi seguono, potesse dare un concreto aiuto a chi, come i Forni, si spende per aiutare chi ha meno di noi.
Per sostenere l’iniziativa con eventuali donazioni: Iban IT43I0538723300000002619163

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