Nel pomeriggio del 23 settembre personale del Posto di Polizia Ferroviaria di Modena ha denunciato in stato di libertà una cittadina nigeriana di 26 anni, irregolare sul territorio nazionale, responsabile dei reati di violenza, minaccia e resistenza a P.U., rifiuto di indicazioni sulla propria identità ed inosservanza delle norme sugli stranieri.
La 26enne, mentre si trovava a bordo di un treno sulla tratta ferroviaria Bologna – Parma, al momento del controllo da parte della capotreno, durante la regolarizzazione del titolo di viaggio, in quanto sprovvista, ha opposto resistenza inveendo nei suoi confronti e colpendola con un pugno in viso ed una testata alla nuca, proprio mentre il convoglio fermava alla stazione di Modena.
Una volta scesa dal treno, la donna ha cercato di dileguarsi, ma è stata bloccata dagli agenti della Polfer, allertati dalla Centrale Operativa che aveva ricevuto segnalazione da un passeggero che aveva anche cercato di difendere la capotreno.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Cisl. Scrive Aldo Cosenza, segretario generale della Fit Cisl Emilia-Romagna, in una nota:
Troppo spesso il personale front line delle aziende di trasporti passeggeri è lasciato solo e costretto ad affrontare situazioni rischiose, che non di rado sfociano in vere e proprie aggressioni.
Solo in questi ultimi giorni abbiamo notizia di almeno altri tre lavoratori aggrediti a bordo dei convogli in regione, a cui vanno sommati i diversi episodi ai danni del personale Tper sui bus. C’è bisogno di immediati provvedimenti di istituzioni e aziende: serve un maggior supporto al personale, tornelli nelle principali stazioni (così come in aeroporto), un potenziamento delle squadre di scorta e protezione aziendale.
Il sindacalista Cisl aggiunge che da tempo è stato richiesto un intervento delle istituzioni, sia a livello nazionale che regionale:
La situazione generale è resa ancora più complicata dalla chiusura di numerosi postazioni della polizia ferroviaria, tanto da rendere sempre meno frequenti gli interventi di prevenzione delle stesse forze dell’ordine.
Non si può salire su un treno o un autobus ed essere aggrediti semplicemente perché si sta svolgendo il proprio lavoro. I lavoratori dei trasporti, i viaggiatori e i cittadini hanno bisogno di risposte concrete e rapide, rispettose della libertà e dei diritti della persona.
Per questo chiediamo immediati provvedimenti a tutti i soggetti coinvolti (aziendali, istituzionali e sociali).