FINALE EMILIA – Un sistema di potere messo sotto la lente della Procura, che ora, forte dei materiali di indagine raccolti dalla polizia giudiziaria, va a giudizio del Tribunale per capire se ci sono risvolti penali da sanzionare.
Inizia il processo che coinvolge,a vario titolo, due ex sindaci – Fernando Ferioli e Raimondo Soragni – assessori della passata giunta, funzionari comunali e finalesi impegnati nel volantariato e nell’associazionismo. Se a Soragni si contesta un atto scritto in maniera non corretta nell’assegnazione di un bando, prima del terremoto, a Ferioli, ai suoi due assessori Angelo d’Aiello e Fabrizio Reggiani e ai funzionari comunali Natalia Magaldi, Monica Mantovani e Giulio Gerrini viene contestato una gestione del Comune basata su appalti dati agli “amici” (nello specifico, tra i 13 indagati ci sono Alberto Tura de l’Accento, Franco Ferrari, Dante Veratti, Vasco Bergamini, Iolanda Grechi, Silvano Borghi e Giuseppe Poggioli della Bocciofila di Massa, del Quartiere Ovest e del Coac) e delibere pasticciate e aggiustate a posteriori. Non è ancora chiaro chi in effetti abbia avuto danni dall’amministrazione portata avanti in questo modo, nè se gli errori delle delibere non siano nel novero dell’area d’azione di una pubblica amministrazione, e proprio su questo verterà il processo e lo scontro tra pubblico ministero e avvocati difensori.