CONCORDIA, SAN POSSIDONIO E MIRANDOLA – La nuova centrale di biometano che si vuole costruire a Concordia sulla Secchia al confine con San Possidonio e a pochi chilometri da Mirandola, attira su di sè già adesso tutta una serie di perplessità e critiche. C’è paura che inquini, che provochi puzza e cattivi odori, che farà aumentare il traffico.
Alle principali perplessità ha già risposto l’azienda, spiegando che sulle prime due tematiche userà le migliori tecnologie oggi a disposizione. Ma il dubbio sull’aumento del traffico è quello che attanaglia tutte le centrali di questo tipo. Sì, perchè le centrali a biomasse “mangiano” i rifiuti organici, quelli prodotti da ognuno di noi che separiamo con perizia nelle nostre case. E i rifiuti organici viaggiano in camion. Più ne devono arrivare, più camion ci sono in giro.
Il punto è che si sa già adesso che a Concordia non arriverrano i rifiuti organici prodotti dalle famiglie di Concordia, nè quelli di Mirandola o San Felice. Perchè questi rifiuti sono raccolti e utilizzati da Aimag. E Aimag non ha intenzione di cedere questo importante settore ai privati.
Infatti la ex municipalizzata della Bassa ha già due impianti che recuperano l’organico e lo trasformano in prezioso gas. Uno si trova a Fossoli, ed è funzionante da tempo, e uno è stato realizzato a Massa Finalese e inaugurerà tra qualche settimana.
Forse a Concordia arriveranno i rifiuti organici che provengono dall’altra parte del Secchia? Difficile. Perchè lì, nel mantovano, ci sono- tra attive e in itinere – ben cinque centrali che fanno la stessa cosa, ovvero “digestano” l’organico. Si trovano a Volta Mantovana, a Rodigo e, a due passi da Concordia, a Pieve di Coriano, Revere e Magnacavallo.
Quindi i rifiuti che saranno lavorati a Concordia arriveranno da più lontano, da dove esattamente al momento non è stato reso noto. Di certo, però, ci arriveranno in camion.
Proprio dall’altra parte del Po la questione del proliferare degli impianti a Biomasse si è posta con qualche mese di anticipo rispetto alla Bassa Modenese. Se ne è discusso ed è emerso come il moltiplicarsi di impianti dello stesso tipo e di investimenti di così vaste dimensioni (a Concordia si parla di 30 milioni di euro) sia per via degli incentivi pubblici. E, osserva la Gazzetta di Mantova “Il presupposto per la creazione di un business i cui proventi raramente ricadono nei territori dove avvengono gli insediamenti è l’individuazione di aree agricole poco urbanizzate e con Comuni di piccole dimensioni, spesso scavalcati e con le mani legate di fronte agli iter dei progetti che passano sulle loro teste. E il Mantovano, soprattutto la Bassa, si presta ottimamente a questo”.