Si intitola “Augusto Cesare Ferrari pittore-architetto fra Italia e Argentina Que Bello es vivir” la mostra fotografica che inaugura sabato 8 dicembre alle ore 11 nella Sala Consiliare di San Possidonio
Augusto Cesare Ferrari nacque a San Possidonio nel 1871 e fu artista poliedrico. Pittore da cavalletto e di panorami è vissuto in Argentina dove emigrò nel 1914, ma fu soprattutto architetto. Morì a Buenos Aires nel 1970, quasi centenario.
Nato figlio illegittimo, registrato in Comune come “Augusto Cesare Ernesto Fiorellini”, dall’orfanotrofio di Mirandola fu riportato presto a San Possidonio, assegnato ad una prima e poi ad una seconda balia. Con la terza, Elena Secchi – che col marito Martino Lucchini costituì dai suoi tre anni la sua famiglia – abitò per un anno alla Concordia, ma tornò subito nel paese natale, dove Elena era filatrice e Martino bracciante agricolo. Qui gli fu impartita la cresima e stette fino agli undici anni, quando la famigliola si spostò dapprima a Brede, frazione di San Benedetto Po, terra originaria di Martino, e poi, quando Augusto era già grande, a Genova, dove – censito a San Benedetto “contadino” – le carte di leva del 1892 lo attestano “meccanico”.
La sua vita di bimbo illegittimo ebbe una svolta nel maggio del 1892, quando il padre naturale Francesco Ferrari lo riconobbe davanti ad un notaio genovese. Finalmente col suo cognome corse a Torino per intraprendere la vita che sognava: studiare in Accademia e fare il pittore. Dal 1901 espose a Torino, Londra, Parigi, Monaco, Saint Louis (USA). Realizzò il grande panorama di Messina distrutta: 1950 mq di pittura, esposto a Torino negli anni 1910-11. Approdato a Buenos Aires nel 1914 per riallestirlo, non riuscendo nell’impresa, affrontò la vita di migrante dipingendo per comunità religiose in cambio di ospitalità.
Raggiunta una certa agiatezza, tornò in Italia nel 1922 con la moglie e tre bimbi. Tornò in Argentina con la famiglia nella primavera del 1926, per non allontanarsene più.
Sono sue opere la grande chiesa neogotica del Sagrado Corazón di Córdoba e molte altre chiese e complessi ecclesiastici nella provincia di Córdoba e a Buenos Aires oltre a ville private nella vicina cittadina di villeggiatura di Villa Allende.
Per allestire la mostra è stata realizzata una ricerca d’archivio, alla quale ha collaborato anche la Provincia di Modena, visto che l’archivio storico del Comune di San Possidonio dal sisma è custodito nella sede dell’ente.
La ricerca ha aggiornato e si intreccia con la grande mostra allestita nelle scorse settimane all’Accademia Albertina di Torino in collaborazione con la Fundacion Augusto y Leon Ferrari Arte y Acervo di Buenos Aires, la cui sezione fotografica viene ora ospitata a San Possidonio a cura di Liliana Pittarello e Veronica Morselli.
La mostra è aperta fino al 6 gennaio 2019 tutti i giorni dalle 10 alle 12.30; il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 17.30. Festivi e pre- festivi 10-12.30/14.30-17.30.