Giovani coppie, single, famiglie con redditi medio-bassi che cercano un alloggio, ma non hanno i requisiti per la casa popolare e non possono permettersi un appartamento ai prezzi di libero mercato. È a questa fascia di persone che guarda il programma di housing sociale, lanciato quest’anno in via sperimentale dalla Regione Emilia-Romagnae finanziato con 5 milioni di euro nell’ambito delle proprie politiche abitative.
I contributi (fino a 40 mila euro per ciascun alloggio) verranno destinati, tramite un bando pubblico che la Regione pubblicherà entro la prossima primavera, ad aziende e cooperative edilizie che intendono impegnarsi in questa prospettiva di mercato. Tra i criteri di priorità individuati dal bando, chi esaminerà le proposte valuterà in particolare quei progetti in grado di proporre contenuti di novità e sperimentazione, come ad esempio il‘cohousing’: una modalità abitativa innovativa, costituita da appartamenti privati e spazi e servizi comuni (lavanderia, giardini, sale comuni di ritrovo e per il tempo libero, anche aperte ad usi e fruitori esterni) per favorire la socializzazione e la cooperazione tra vicini di casa.
Obiettivi e modalità di realizzazione del programma sono contenuti nel provvedimento approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, che per diventare operativo dovrà passare al vaglio dell’Assemblea legislativa, entro febbraio.
“Con l’avvio di questo programma sperimentale, rafforziamo ulteriormente l’impegno che come Giunta abbiamo assunto fin da subito sul tema della casa- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare e alle politiche abitative, Elisabetta Gualmini-. In questi anni siamo intervenuti in modo significativo cambiando il regolamento per l’accesso agli alloggi Erp e finanziando per ben due volte il bando ‘Giovani coppie’, che ha aiutato i giovani, e non solo, ad acquistare un appartamento e, al tempo stesso, ha contribuito a dare stimolo a un settore, quello della casa, particolarmente colpito dalla crisi”.
“Ora- aggiunge Gualmini- interveniamo nuovamente per colmare il fabbisogno abitativo di quella fascia di popolazione composta da una varietà di categorie sempre più ampia, che non può definirsi propriamente povera, ma non riesce comunquea sostenere l’acquisto di un’abitazione o un canone di locazione al prezzo di mercato. Inoltre- conclude la vicepresidente- con questo programma daremo il via a nuovi progetti di cohausing, andando oltre il semplice concetto dell’abitare, offrendo spazi comuni e servizi complementari essenziali destinati alla socializzazione, per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità delle persone”.