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In provincia di Modena fallisce un’azienda ogni due giorni

da | Gen 26, 2019 | Novi, Economia | 0 commenti

Ogni due giorni circa un’azienda modenese viene dichiarata fallita: pur se in leggera diminuzione tra il 2017 ed il 2018, infatti, il numero dei fallimenti iscritti presso il Tribunale di Modena rimane ancora su livelli di attenzione, specialmente nel settore immobiliare e ceramico. Nel 2018 in provincia di Modena sono state dichiarate fallite 168 aziende (a fronte di 363 istanze presentate) contro le 181 del 2017 (e 413 istanze). Lo stesso dicasi per le procedure concorsuali: dopo il record di 50 concordati preventivi ammessi nel 2015, nel 2017 ne sono stati autorizzati 47, diventati 34 nel 2018.

L’economia modenese – pur contraddistinta da eccellenze di livello internazionale – non è dunque esente da situazioni di criticità; in questo contesto si inserisce la nuova disciplina del diritto fallimentare (in vigore da quest’anno), che si caratterizza per un’impostazione votata alla prevenzione delle crisi di impresa più che alla
sanzione dei casi conclamati, ed al perseguimento della continuità aziendale. Di questi temi si è parlato oggi presso la Camera di Commercio di Modena nel corso di un convegno organizzato dall’Ordine provinciale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, al quale hanno partecipato alcuni dei massimi esperti
nazionali del settore e che ha visto la presenza di circa 300 professionisti.

“I dati relativi al contesto modenese – ha affermato nell’occasione Stefano Zanardi, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Modena – denotano un impatto significativo delle crisi aziendali sull’economia del territorio, per gli ovvi effetti ‘a cascata’ che le procedure concorsuali comportano nel nostro
tessuto produttivo, caratterizzato dalla presenza di diversi distretti fortemente interconnessi. Per questi motivi è importante sviluppare i temi della riforma del diritto fallimentare e dei nuovi strumenti che il legislatore
mette a disposizione per anticipare i segnali di crisi, ottenendo così una maggiore rapidità di risoluzione ed una auspicabile maggiore soddisfazione per i creditori. I Commercialisti, in particolare, svolgeranno grazie a questa
riforma un ruolo fondamentale di consulenza e supporto degli imprenditori: la diagnosi precoce dello stato di crisi di un’azienda non può prescindere dalla corretta lettura dei dati di bilancio, oltre che dall’analisi dell’andamento
economico generale e di quello dello specifico settore di attività”.

I principi generali della riforma normativa introdotta in materia di crisi d’impresa sono stati illustrati da Renato Rordorf, ex Presidente Aggiunto della Suprema Corte di Cassazione: “Le due principali novità sono costituite dagli istituti giuridici dell’allerta e della composizione assistita: il primo supporta imprenditori e professionisti nell’individuazione tempestiva e preventiva dei segnali di crisi; il secondo consente di fornire un adeguato
supporto all’imprenditore per individuare le possibili soluzioni alternative alla drastica liquidazione dell’azienda. Si tratta di strumenti inediti e potenzialmente molto impattanti, che potranno far compiere alla normativa italiana in campo fallimentare (la cui impostazione originale risale alla prima metà del Novecento) un salto di qualità, nonché adeguarla maggiormente alle mutate condizioni economico-giuridiche”.

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