È una riflessione profonda e dissacrante al tempo stesso, quella che emerge dallo spettacolo “Acqua di colonia” della compagnia romana Frosini/Timpano, in scena mercoledì 23 gennaio, alle 21.15, al Nuovo Cinema Teatro Italia di Soliera.
l tema è quello del passato colonialista dell’Italia. Una storia rimossa e negata, che dura 60 anni, inizia già nell’Ottocento, ma che nell’immaginario comune si riduce ai cinque anni dell’Impero Fascista. Cose sporche sotto il tappetino, tanto erano altri tempi, non eravamo noi, chi se ne importa. È acqua passata, acqua di colonia, cosa c’entra col presente? Eppure ci è rimasta addosso in frasi fatte, luoghi comuni, nel nostro stesso sguardo. Vista dall’Italia, l’Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell’Ottocento; Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono nomi, non paesi reali, e comunque “noi” con “loro” non c’entriamo niente; gli africani stessi sono tutti uguali.
E i profughi, i migranti che oggi ci troviamo intorno, sull’autobus, per strada, anche loro sono astratti, immagini, corpi, identità la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente.
“Acqua di colonia” è uno spettacolo pieno di cortocircuiti esilaranti, una sorta di un falò che i due autori e interpreti – Daniele Timpano ed Elvira Frosini, con la consulenza della scrittrice Igiaba Scego – allestiscono sul palco per due ore e in cui bruciano la vanità miserabile degli “Italiani brava gente”.
Lo sforzo che chiedono al pubblico è quello di seguirli lungo “uno spettacolo che grosso modo può essere riassunto così: siamo qui sopra e non ne sappiamo niente di questa storia del colonialismo, anzi come molti di voi pensiamo che sia acqua passata, però ogni giorno ci rendiamo conto che il somalo con cui prendiamo l’autobus ci parla di quella storia, il barcone che affonda vicino a Lampedusa ci parla di quella storia, perciò qualche dubbio ci viene, il sospetto che c’entriamo eccome con quella storia non ci esce dalla testa, ce ne vergogniamo pure, ripensiamo perfino ai tentativi goffi e in buona fede di rimediarvi, perciò ci siamo messi a leggere, a studiare, e se permettete vi facciamo dei bignamini. I bignamini che Frosini e Timpano fanno per il pubblico sono dissacranti. Mescolano le parole delle guide dell’epoca a quelle dei sussidiari su cui molti di noi hanno studiato, smontano la propaganda fascista e ne svelano parole, concetti e temi che sentiamo ripetere oggi.”
La prenotazione dei biglietti è gratuita telefonando al numero 347.3369820, o scrivendo a cinemateatroitalia@fondazionecampori.it.