Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Blitz dei Nas alla De Nigris: avrebbe prodotto 8 milioni di litri di aceto balsamico con mosto non conforme

da | Mar 5, 2019 | Cavezzo, Carpi, In primo piano, Cronaca | 0 commenti

CARPI – Martedì 5 marzo i Carabinieri di Carpi e i Nas di Parma hanno controllato la nota azienda carpigiana Acetifici Italiani della famiglia De Nigris, azienda leader nella produzione di aceto balsamico Igp oltre che primo esportatore nazionale nella categoria aceti. Secondo i primi accertamenti, otto milioni di litri di aceto non sono sarebbero conformi alle norme previste dal disciplinare di produzione di aceto balsamico Igp.

“L’azienda Acetifici Italiani Modena così come altre aziende del territorio che producono Aceto Balsamico di Modena nella provincia – si legge in una nota del gruppo – sta collaborando in queste ore con la Polizia giudiziaria e con la Procura di Foggia nell’individuazione di fonti di prova nell’ambito di un procedimento penale che riguarda esclusivamente soggetti pugliesi nella commercializzazione di mosto d’uva destinato alla produzione di Aceto Balsamico di Modena IGP. Si tratta di procedimento nell’ambito del quale le aziende locali sono parti offese di una serie di illeciti asseritamente perpetrati dalle persone indagate nella commercializzazione di un prodotto del quale sostanzialmente la regione Puglia detiene il monopolio.
La collaborazione che il gruppo sta prestando è assoluta nell’interesse non solo della giustizia ma anche della filiera produttiva di un prodotto così importante per il territorio”.

Controlli sono stati fatti anche alla Acetum di Cavezzo.

Entrambi fanno parte di una più vasta operazione eseguita in altre regioni. In Puglia, Sicilia, Campania, Lazio ed Emilia Romagna i Carabinieri dei NAS e personale dell’ICQRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi) territorialmente competenti, collaborati da militari dei rispettivi Comandi Provinciali, hanno eseguito 21 decreti di perquisizione disposti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia presso alcuni stabilimenti di trasformazione e commercializzazione di prodotti vinosi.

Le operazioni odierne costituiscono gli sviluppi di una complessa e articolata attività d’indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Foggia, ed eseguita congiuntamente dai Carabinieri del NAS di Bari e dagli Ispettori del locale ICQRF Sud est.

L’ipotesi investigativa riguarda l’utilizzo fraudolento di uva da tavola trasformata in mosto per la produzione di prodotti vinosi e conseguenti fittizie movimentazioni dalla Puglia alla Sicilia, per giungere, infine, in alcuni stabilimenti emiliani – dove era impiegato per la produzione di aceto e derivati anche di noti marchi – i cui responsabili non risultano allo stato coinvolti nell’attività di indagine.

In particolare è stato accertato che uno stabilimento del foggiano, grazie all’opera di aziende intermediarie e di trasporti, commercializzava migliaia di quintali di mosto facendo uso di documenti di trasporto dei prodotti vitivinicoli attestanti falsamente la qualità del prodotto e la provenienza del mosto da uve da vino Trebbiano e Sangiovese idonee alla produzione di Aceto Balsamico Modena, mentre in realtà si trattava di mosto di dubbia origine e provenienza e/o ricavato da uve da mensa. I medesimi documenti indicavano, altresì, un luogo di carico diverso da quello effettivo, corrispondente alle sedi di compiacenti stabilimenti di trasformazione di uve da tavola del sud-est barese. La contraffazione del prodotto veniva, quindi, completata presso un’azienda salentina la quale, a sua volta, dopo ulteriori operazioni di sofisticazione, lo rimetteva in commercio destinandolo ad aziende acetaie al momento estranee all’illecita attività.

Al termine delle operazioni sono state sequestrati 91.000 quintali di mosti e prodotti vinosi per un valore di circa 13,5 milioni di euro, 15 mila euro in contanti e copiosa documentazione commerciale utile al prosieguo delle indagini.

Condividi su: