Dal 1° luglio 2019 gli esercenti con un volume d’affari superiore a 400 mila euro dovranno trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate i corrispettivi giornalieri. Per tutti gli altri esercenti e soggetti assimilati l’obbligo entrerà in vigore dal 1 gennaio del prossimo anno. Da facoltativo ad obbligatorio, prima per alcuni poi per tutti. Così si potrebbe riassumere il Decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio che ha previsto il superamento del regime facoltativo di memorizzazione telematica dei corrispettivi e invio all’Agenzia delle Entrate.
“Crediamo che sia opportuno dare più tempo alle imprese per adeguarsi e partire dal primo gennaio 2020 per tutti – interviene la presidente Licom -Confartigianato Cinzia Ligabue -. Oppure si potrebbe tenere un regime transitorio dal primo luglio al 31 dicembre 2019 che permetta alle imprese di adeguarsi. Gli adempimenti per i commercianti, già messi in crisi da molteplici motivi e a Modena ad esempio dal proliferare di aperture di grandi dimensioni, sono numerosi e questo diventa l’ennesimo adempimento a cui far fronte. Sei mesi di tolleranza ci paiono il minimo”.
Nel disegno del legislatore vi è l’intenzione di sostituire il nuovo scontrino elettronico obbligatorio a quello cartaceo per tutti i soggetti che esercitano attività di commercio al minuto e assimilate, non tenuti all’emissione della fattura elettronica, salvo richiesta da parte del cliente.
“Il superamento dell’attuale regime facoltativo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi può consentire di eliminare qualche adempimento contabile – riconosce la presidente Licom – come il registro dei corrispettivi, l’emissione e la conservazione di documenti, scontrini e ricevute fiscali, alternativi alla fattura elettronica. Tutte interessanti possibilità, a fronte delle quali è bene ricordare che, al netto delle semplificazioni, lo scontrino elettronico ha finalità di contrasto all’evasione. L’Agenzia delle Entrate utilizzerà il database delle trasmissioni per controlli automatizzati su Iva, dichiarazioni, dichiarativi e via dicendo”.
E’ previsto un contributo fiscale previsto per le spese di adeguamento dei registratori di cassa. Riprende la presidente Licom, Ligabue: “Il massimale previsto (250 euro a copertura del 50% della spesa sostenuta, mentre in caso di adattamento la soglia è ridotta a 50 euro, sempre per il 50% del costo totale) è però molto basso e largamente inadeguato. Chiediamo una riformulazione urgente di questa soglia e di permettere, anche a chi ha già provveduto, di poter fruire di un contributo fiscale decisamente maggiore”.