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“Vorrei dire ai giovani”, l’eredità di Gina Borellini per il 25 aprile

da | Apr 22, 2019 | Medolla | 0 commenti

MEDOLLA, SAN POSSIDONIO, CONCORDIA – Si intitola “Vorrei dire ai giovani – Gina Borellini, un’eredità di tutti” ed è il docu-film diretto da Francesco Zarzana, con il testo scritto insieme a Caterina Liotti, interpretato da Claudia Campagnola, dedicato a Gina Borellini, una delle figure simbolo della Resistenza nella Bassa. Sarà proiettato mercoledì 24 aprile, alle ore 21, al Teatro Facchini di Medolla nell’ambito delle iniziative promosse per il 25 aprile.

Quasi interamente girato a Modena e provincia, il docu-film, con la voce narrante di Elena Polic Greco, un cameo di Laura Trimarchi e le musiche della giovanissima Chiara Troiano, sedici anni, e le canzoni di Laura Sirani e Paola Lavini, ricostruisce attraverso testimonianze dirette e parti di fiction la straordinaria storia di Gina Borellini.

Il docu-film è stato realizzato in collaborazione tra il Buk Festival, Progettarte e il Centro Documentazione Donna, grazie al sostegno della Bper Banca, dell’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, delle sezioni modenesi dell’Udi e dell’Anpi, del progetto “Cittadine. I segni nelle comunità e sulle città” (CDD e Istituto Storico, patrocinio Comune di Modena, con contributo Fondazione Cassa di Risparmio di Modena).

 

Nota biografica

Gina Borellini nasce a San Possidonio nel 1919 da una famiglia di agricoltori. Nel 1935 si sposa a soli 16 anni con Antichiano Martini, falegname ventiseienne. Il 28 giugno 1938 morì all’età di appena due anni il primo figlio, mentre nel 1939 nacque il secondogenito Euro.

Mentre il marito bersagliere è costretto a partire per il fronte libico, Gina Borellini dovette sostenere tutta la famiglia lavorando nella monda del riso in Piemonte. Nel 1943 fu tra le organizzatrici di un grande sciopero delle mondine nella provincia di Novara.

Dopo l’8 settembre 1943 partecipò attivamente insieme al marito (ritornato convalescente dal fronte) alla Resistenza come staffetta partigiana e soccorrendo militari sbandati.

Il 22 febbraio 1944, insieme al marito, venne catturata, arrestata e torturata dai fascisti. Dopo la fucilazione del marito avvenuta il 19 marzo 1945 in Piazza d’Armi a Modena, Gina Borellini entra nella Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Kira” e organizza i Gruppi di difesa della donna a Concordia sulla Secchia, con la funzione di ispettrice e il grado di capitano.

Il 12 aprile 1945, a seguito di uno scontro a fuoco con i fascisti della Brigata Nera “Pappalardo” a San Possidonio, venne gravemente ferita, ma per non intralciare la lotta dei suoi compagni, rifiutò i soccorsi e riuscì da sola a bloccare la grave emorragia e a raggiungere l’ospedale di Carpi, dove le fu costretta a subire l’amputazione della gamba sinistra. Durante il ricovero in ospedale, fu scoperta dalla polizia fascista, che la sottopose ad estenuanti interrogatori. Gina Borellini sarebbe stata fucilata se non fosse sopravvenuta l’insurrezione.

Il 17 marzo 1946venne eletta al consiglio comunale di Concordia sulla Secchia nelle file del PCI.

Nel 1947 fu tra le 19 donne a cui venne conferita la Medaglia d’oro al valor militare per la sua attività durante la lotta di Liberazione.

Nel 1948 divenne la prima deputata modenese eletta in Parlamento, dove rimase fino al 1963. Durante la I, II e III legislatura, fece parte della Commissione Difesa della Camera, battendosi per il miglioramento delle condizioni dei combattenti in guerra e per l’emancipazione delle donne.

Nel 1950, a seguito dell’ eccidio delle Fonderie di Mdena, l’on. Borellini espresse la sua indignazione alla Camera dei Deputati con un gesto plateale: con molta difficoltà si alzò dal suo scranno e scese ai banchi del Governo, dove lanciò le foto degli operai morti in faccia al Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi. Gina Borellini fece anche da tramite tra una della famiglie vittime con Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, che adottarono la piccola Marisa Malagoli, sorella di una delle vittime.

In seguito, venne eletta consigliere della Provincia di Modena (1951-1956) e del Comune di Sassuolo (1956-1960).

Nel 1945 fu tra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane (UDI), di cui fu presidente provinciale nel 1953 e membro del Consiglio nazionale dal 1948 al 1975. Fu inoltre presidente della sezione di Modena dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra (ANMIG) dal 1952 al 1990.

Nel 1981 venne nominata Presidente onoraria dell’ANPI

Il 2 giugno 1993 ricevette il titolo di Commendatore dell?Ordine di Merito della Repubblica

Il Fondo Gina Borellini è conservato presso il Centro documentazione donna di Modena.

Nell’aprile 2017 è stata inaugurata una stele in sua memoria presso il parco della Resistenza di Modena.

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