I giudici della Corte d’appello di Bologna hanno confermato le condanne a un anno ciascuno, con la pena sospesa, per Uber Penati e Massimo Russo, i gestori del night club ‘Jujano’ di San Prospero dove nel dicembre 2011 morì la 35enne barista e ballerina Marina Efremova a causa delle inalazioni di monossido di carbonio.
Secondo i rilievi, la donna fu uccisa proprio per aver inalato il monossido di carbonio sprigionatosi da una caldaia nel bagno del locale. Inoltre, per i legali della famiglia della 35enne la caldaia non avrebbe potuto essere installata in un bagno privo di finestre.
Penati e Russo sono accusati di omicidio colposo, aggravato dal fatto che la vittima fosse, secondo i giudici, una dipendente del locale. I legali dei due hanno dichiarato che aspetteranno le motivazioni della sentenza per valutare se ci sono gli estremi per ricorrere in Cassazione.