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Esclusa dalla palestra perché indossa il velo

da | Mag 3, 2019 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – Una 28enne, nata in Marocco ma cittadina italiana dal 2016, è stata esclusa da una palestra perché indossava il velo. È accaduto venerdì 26 aprile a Mirandola. Protagonista dell’episodio Khadija Tajeddine, cittadina mirandolese e presidente del locale Comitato per la Pace.

È il comune a rivelare lo spiacevole episodio esprimendo solidarietà alla donna. “La decisione del titolare della palestra – spiega l’Amministrazione comunale in una nota – è inaccettabile, perché lede i diritti fondamentali sui quali si basa la nostra convivenza civile. Purtroppo siamo di fronte all’ennesimo frutto avvelenato di chi, ogni giorno, semina odio e paure”.

Khadija è nata in Marocco 28 anni fa. Dal novembre 1999 vive in Italia. Dal 2016 è cittadina italiana. Dopo il diploma all’Istituto “Luosi”, ha frequentato l’Università degli Studi di Bologna, dove si è laureata in Lingue e Letterature Straniere (triennale) e in Relazioni internazionali (magistrale). Durante gli studi ha sempre lavorato in diverse aziende e società del territorio e ha svolto attività come educatrice. Attualmente è interprete e mediatrice culturale.

L’Amministrazione comunale – si legge ancora nella nota – “ha già incontrato la giovane, alla quale ha assicurato supporto per ogni azione che intendesse intraprendere per far valere i suoi diritti (la palestra, va ricordato, svolge un servizio pubblico, sebbene sia gestito da privati). Da parte sua Khadija, da tempo impegnata attivamente, a Mirandola, per promuovere una cultura di pace, rispetto e convivenza, non ha intenzione di far passare sotto silenzio l’episodio”.

La ragazza, infatti, ha spiegato così l’episodio:

Venerdì 26 Aprile mi sono recata in palestra per usufruire dei servizi come ogni libero cittadino.
Il prorietario, però, rifiutò la mia iscrizione poiché a sua detta mi vesto in modo poco “occidentale”.
Ho chiesto più chiarimenti, poiché non capivo vosa intendesse per più occidentale dato che indossava dei jeans e un maglioncino, egli rispose che nella sua palestra non iscrive batman o suore, alludendo al velo che copre il mio capo, ma senza indicarlo in modo diretto, e continuò ad alludere a persone mascherate e suore, senza darmi una ragione, e concluse dicendo “mia palestra mie regole”.
Ho cercato di spiegargli e fargli vedere che sono una ragazza all’occidentale, e chi mi conosce sa benissimo che non giro con i “tipici” vestiti neri, lunghi e larghi. Ho ribadito che conosco le regole e la legge, e che già ho frequentato palestre e so bene come devo fare sport, e che il modo in cui metto il velo durante un’attività fisica è diverso da come lo metto nella quotidianità (anche per mia comodità), ma niente lui continuava a chiedermi se per caso vedevo batman nella sua palestra, e che non girano simboli religiosi tra i macchinari.
Sono una ragazza che conosce la legge, la costituzione e i suoi principi e i suoi precetti, e ciò che mi è successo non ha scusanti.
È difficile descrivere la mia sensazione, un misto di rabbia, delusione e tristezza.
Vorrei condividere questo episodio con e denunciare questo atto di razzismo inspiegabile. Cerco di evitare sempre il vittimismo gratuito, ma questo è un attacco alla mia libertà di donna e alla mia libertà di scelta, posso girare nuda come posso girare con un sacco dell’immondizia addosso.
Mi piange il cuore vedere persone che odiano altre persone
Mi piange il cuore non vedere più compassione
Mi piange il cuore vedere l’odio negli occhi dei miei concittadini

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