MIRANDOLA – La lavanderia ha lavorato tutta la notte per ripulire le divise dalla fuliggine. Le ha lavate, le ha stirate e consegnate in tempo per permettere agli agenti della Polizia Municipale di entare in servizio davanti alle scuole come se fosse un giorno qualunque. Gli agenti sono al lavoro come sempre, encomiabile il loro comportamento pur nella tragedia. Perchè noi della Bassa siamo così, e lo sono anche gli uomini e le donne della nostra Municipale: anche nella peggiore disgrazia, ci tiriamo su le maniche e ci mettiamo al lavoro per ripartire più forti di prima.
Mentre martedi mattina gli agenti si dividevano tra la sede provvisoria trovata ai magazzini a nord della città e le varie postazioni in strada – oggi c’è anche il Giro d’Italia e il traffico da gestire è tantissimo – alla luce del sole si vede chiaramente quanto la devastazione sia grande. C’è chi ha le lacrime agli occhi a vedere la sede del Comando di Mirandola a cui un ragazzo nella notte tra lunedì e martedì ha dato fuoco, uccidendo due persone che abitavano nello stabile e ferendone altre 19.
Nella centralissima via Roma, dietro il Duomo, il palazzo di proprietà del Comune oltre ad alloggi per le persone in difficoltà ospita la sede centrale dei Vigili di Mirandola e dell’Area Nord, la Centrale operativa e l’ufficio verbali. Vi operano 25 dei 52 agenti in servizio, gli altri sono nei vari distaccamenti. Sono qui dal 2011, hanno superato il terremoto del 2012 e pensavano tutti di aver visto il peggio. Ma non è così. Mentre i Vigili del Fuoco innalzano i puntelli in legno per mettere in sicurezza lo stabile, si capisce che qui è tutto inagibile, inutilzzabile. Ora è tutto da rifare.
Da fuori l’intonaco bruciato dà l’impietoso quadro della situazione. E’ bruciato tutto quello che poteva bruciare, i pompieri portano via le ceneri letteralmente a palate.
Bruciati i mobili e gli infissi, bruciate le pratiche e i fascicoli di indagini, bruciate le multe e gli accertamenti. Anni di lavoro andati in fumo. Per recuperare tutto dagli archivi informatici e ricostituire ogni singola pratica serviranno mesi e mesi.
Ma le indagini non si fermeranno, le multe non saranno ritirate. Il fuoco può intralciare il corso della giustizia, ma non può fermarlo.
La conta dei danni – mezzo milione di euro, la prima stima – è impietosa, più si va avanti più si scopre quanto sia stata letale la furia del delinquente. Il portone è stato sfondato – proprio da lì è entrato – probabilmente con qualche putrella del cantiere che è aperto proprio lì davanti. Nel parcheggio c’è un’auto della Municipale coi finestrini rotti. Sul retro, lingue di fumo degnano spettrali ombre su tutte le finestre del piano terra.
Nella sede della centrale della Polizia Municipale Area Nord il sistema di videosorveglianza della rete di telecamere sparse per la città ha subito danni a causa delle fiamme. Era nuovo, il potenziamento del sistema era stato installato davvero da poco tempo.
Le armi. Gira voce che fossero a facile rischio furto. Non è così. Le armi vengono consevate negli armadietti blindati e rubarle è difficilissimo. Il giovane che dato fuoco alla sede e rubacchiato un cellulare e un computer non ci è riuscito. Neanche il fuoco o il fumo le hanno scalfite. Sono dunque state messe in sicurezza altrove.
“Sarà tutto sistemato, tutto rimesso a posto, ma le persone non torneranno mai indietro”, commenta commosso l’ispettore dellla Municipale di Mirandola Gianni Luppi ricordando la signora Marta che vedeva spesso passare sotto la sede del Comando. Marta Goldoni è morta assieme alla badante che la assisteva tra i fumi dell’incendio. Stava dormendo nella sua camera al primo piano dell’edificio. Il fumo le ha tolto la vita nel sonno.
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