Reati in calo ovunque in Regione, ma nel Modenese crescono

“Reati in calo in tutta l’Emilia Romagna tranne che in provincia di Modena: gravi responsabilità di chi ha sempre parlato di percezione”. Stefano Bargi, consigliere regionale e commissario provinciale della Lega di Modena, commenta così i recenti dati resi noti dal Viminale, dopo l’avvio delle misure di rafforzamento dettate dal decreto sicurezza bis.

“Secondo quanto comunica il ministero in Emilia Romagna, nel 2019 i reati sono in calo dell’8,2% rispetto al primo trimestre di un anno fa: a Bologna -12,8%, -20,4% a Forlì-Cesena, -9% a Parma, -2,7% a Reggio Emilia e così le altre province”, spiega Bargi. “Unica maglia nera è Modena che segna un +5,6% suscitando l’attenzione del ministro che ha annunciato che chiederà verifiche e approfondimenti”.

Il problema per Bargi è che “l’insicurezza non è affatto questione di percezione, come il Pd ha voluto far credere ai modenesi”, ma anzi “le iniziative di contrasto alla criminalità, non sono state all’altezza di tante altre realtà”. Le responsabilità “non possono che essere imputate a chi ha sempre trascurato questo problema facendosi bello dietro a numeri di reati in calo che a questo punto vanno evidentemente rivisti”. Per Bargi “è la cronaca degli ultimi mesi a parlare da sola: Modena, Carpi e Sassuolo sono state teatro di episodi gravissimi e reiterati con nuove criminalità emergenti come ad esempio le baby gang formate prevalentemente da stranieri”. Le azioni di contrasto “evidentemente non si sono rivelate sufficienti” e “in primis Muzzarelli che si è tenuto le deleghe alla sicurezza per sfruttarne poi soltanto una minima parte dovrebbe fare un mea culpa per i risultati mancati”.

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