Non passa la proposta di riforma dell’Unione. Nella seduta del 2 maggio le modifiche allo statuto dell’Unione non sono state approvate, in quanto non è stata raggiunta la maggioranza assoluta dei voti, mentre sono state approvate le modifiche al regolamento dell’Unione.
Cade così il tentativo da parte della maggioranza uscente di cambiare lo Statuto, modifica che grazie a premi di maggioranza di fatto avrebbe garantito stabilità anche in caso di nuove maggioranze nei sette su nove Comuni dell’Unione che vanno al voto domenica 26 maggio. La riforma prevedeva che fossero i sei comuni più piccoli dell’Unione a garantire la maggioranza.
Una manovra all’insegna della “governabilità” che però non ha trovato il favore delle attuali minoranze che hanno temuto di perdere l’eventuale possibilità di trovarsi fra qualche settimana a guidare la maggioranza.
Sarà il Consiglio che si insedierà dopo le amministrative del 26 maggio ad occuparsi eventualmente della riforma dell’Unione. Per ora resta tutto come prima. Il tentativo del Pd di assicurarsi la maggioranza anche se nei sette Comuni che vanno al voto dovesse cambiare è naufragato.
In copertina una foto di repertorio