A poche ore dall’arresto del presunto responsabile dell’incendio che ha causato due morti, tre feriti gravi e 16 intossicati, tra cui sei minori, nell’edificio di via Roma che ospita la sede del Comando della Polizia Municipale di Mirandola, il ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta la notizia:
Arrestato giovane immigrato nordafricano per il rogo che ha devastato la sede della Polizia locale di Mirandola: due morti, decine di feriti e intossicati. Una preghiera e un abbraccio alle famiglie delle vittime.
Altro che aprire i porti!
Azzerare l’immigrazione clandestina, in Italia e in Europa, è un dovere morale: A CASA tutti!
A stretto giro ariva la replica degli alleati di Governo di Salvini, il Movimento Cinque Stelle
Perché il killer di Mirandola non è stato espulso?
Questa mattina un pazzo ha dato fuoco agli uffici della Polizia Locala a Mirandola uccidendo due persone. Dal Viminale abbiamo sentito dire sempre la stessa cosa: porti chiusi. Bene, peccato che la persona in questione, di origini nordafricane, era già in Italia, proprio come il folle che a San Donato milanese assali’ un bus pieno di bambini. E non solo era già in Italia, ma aveva anche una notifica di espulsione non attuata. In sostanza non doveva nemmeno starci nel nostro Paese e il Viminale che fa? Invece di spiegare perché non lo ha espulso fa campagna elettorale? È assurdo. Quest’uomo era peraltro già stato fermato alla stazione Termini di Roma il 14 maggio.
Chi si occupa della sicurezza interna? Il ministro degli Interni!
Chi deve rispondere se un delinquente è libero di circolare in Italia compiendo delle stragi? Il ministro degli Interni, nessun altro!
Ora, con molta pacatezza dal ministro degli Interni vorremmo sapere: perché questa persona non è stata espulsa nonostante la notifica e perché girava liberamente in Italia?
Il punto è questo: sono le competenze e la responsabilità. Non può essere colpa sempre degli altri. Quindi visto che il Viminale si diverte tanto a fare campagna su questo caso, ci spieghi ora perché non avevano espulso quel criminale!
BAGNOLI (COMMISSARIO CITTADINO LEGA-MODENA): “TRAGEDIA DI MIRANDOLA: SOLIDARIETA’ AI FAMIGLIARI DELLE VITTIME”
Un cordoglio sincero ai famigliari delle vittime dell’incendio doloso avvenuto a Mirandola stanotte. Immagino che la comunità di Mirandola, dopo gli eventi del 2012 e le alluvioni, non avesse per l’ennesima volta il bisogno di piangere su di un fatto di cronaca nera. Stanno uscendo nuovi aggiornamenti sull’attentatore. Se venisse confermato che il colpevole è l’extracomunitario nord africano indicato dalle cronache, allora non vale piu’ quel foglio di espulsione mai eseguito (vedremo a seguire tramite la magistratura e gli inquirenti il motivo) ma vale solo la galera. Quando si parla di un numero imprecisato di clandestini sul territorio italiano da tempo memorabile, ci si riferisce agli sbarchi partiti dal 2014 e a soggetti che “liberamente” hanno lasciato i sistemi di accoglienza e di loro non si sa nulla, diventando dei veri e propri “fantasmi”. Hanno utilizzato il permesso di soggiorno per scopo umanitario e si sono fatti di nebbia. Se questo signore fosse stato fermato in un CPR e destinato al rimpatrio ora non staremmo qui a piangere per i morti. Rispetto per le vittime e i famigliari.
PADOVANI (LEGA): “TRAGEDIA DI MIRANDOLA: ECCO COSA PRODUCE LA POLITICA DEL VIETATO VIETARE”
“Aveva preso una multa qualche giorno fa e lui, per vendetta, ha dato fuoco alla sede della Polizia locale di Mirandola, procurando la morte a due signore oltre a mandare all’ospedale 16 persone intossicate. A quanto pare, dalle prime informazioni trapelate dalle Forze dell’ordine, il figuro che ha appiccato il fuoco è un giovane immigrato nordafricano. Anzitutto desidero esprimere la mia solidarietà alle famiglie delle vittime e alla Polizia locale di Mirandola, dopodiché non si può non definire questo “attentato”, perpetrato al cuore di una istituzione baluardo dell’ordine pubblico, come vile e vergognoso”.
Per Gabriele Padovani, candidato leghista al Parlamento europeo nella circoscrizione del Nord Est, “nella tragedia di Mirandola si evince anche una certa responsabilità della sinistra, la quale, come tutti regimi che volgono al declino, sta accentuando la propria vocazione illiberale cercando di nascondersi sotto il manifesti del “buonismo a tutti i costi”, e sostenendo la pericolosa deriva del pensiero unico che si sostanzia nel “vietato vietare”. Il che, nel concreto, si traduce nel diritto che va reclamando questa sinistra di essere “intollerante con gli intolleranti”. Peccato che i veri intolleranti siano quelli che vanno a pestare i poliziotti nelle piazze e impediscono i comizi sgraditi, e coloro, come questo immigrato nordafricano, che per ripicca nei confronti di una multa ricevuta, ha pensato di andare a incendiare la sede della Polizia locale. Qui si sta sorvolando sul fatto che esistano norme di legge che, in uno Stato di diritto, devono essere la base del vivere sociale e, soprattutto, devono essere rispettate”.
“E’ ora che la sinistra la finisca con questo antifascismo postumo e posticcio, usato da posizioni di potere, in assenza ormai secolare del fascismo, ormai morto e sepolto; questo antifascismo diventato un mestiere travestito da missione, una speculazione mascherata da rieducazione, è roba da vigliacchi e da mascalzoni. E’ una misera propaganda che produce effetti devastanti come la tragedia di Mirandola. Ora basta “buonismo”: il nostro Paese deve tornare ad essere uno Stato di diritto, nel quale le leggi vengono applicate e fatte rispettare. A cominciare dal diritto internazionale e della navigazione ” conclude Padovani.
MIRANDOLA. SOTTOSEGRETARIO MORRONE A BONACCINI: RIFLETTA DI PIU’ PRIMA DI PARLARE CHI HA FATTO RICORSO CONTRO DECRETO SICUREZZA. SOLIDARIETA’ AI FAMIGLIARI VITTIME
Forlì, 21 maggio. “Stefano Bonaccini dovrebbe riflettere di più prima di parlare. Se è lo Stato che deve garantire la sicurezza delle persone, sia lasciato libero di agire e sia coadiuvato dagli amministratori regionali e locali nella sua azione anticrimine e antidegrado. Mi risulta, invece, che Bonaccini sia stato uno dei più acerrimi contestatori del decreto sicurezza che punta proprio a impedire situazioni come quella verificatasi a Mirandola. Un po’ di coerenza non sarebbe male da parte del Pd”.
Lo afferma l’on. Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia, commentando le dichiarazioni del presidente della Regione Emilia Romagna.
“Il fallimento delle politiche immigratorie della sinistra e del Partito Democratico, in particolare, è proprio condensato nell’atto ignobile di Mirandola perpetrato, a quanto sembra, da un nordafricano, non minorenne, come aveva furbescamente dichiarato, autore di numerosi reati e oggetto di un ordine di espulsione. Questo episodio esecrabile è uno dei tanti, più o meno gravi, che accadono quotidianamente, su cui i sostenitori dei porti aperti e dell’accoglienza ‘senza se e senza ma’ sorvolano. Ieri, purtroppo, è accaduto a Mirandola, ma potrebbe accadere ovunque. Auspichiamo che da oggi in poi Bonaccini e la sua Giunta cambino posizione su immigrazione irregolare, sicurezza e degrado e collaborino con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, anziché boicottarlo.
Anche a nome di tutta la Lega Romagnola, come ho già scritto, stringo in un forte abbraccio i famigliari delle due donne morte a causa della violenza e dell’odio e i feriti. La nostra vicinanza anche a tutta la popolazione di Mirandola che deve essere certa della volontà della Lega di ristabilire in tutto il Paese sicurezza e legalità. L’auspicio è che questo obiettivo sia comune anche alle amministrazioni a guida Pd che si sono dimostrate, al contrario, troppo permissive e lassiste”.
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