Il mese di maggio appena terminato è stato per gli esperti dell’Osservatorio Geofisico del DIEF – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore il mese di maggio più piovoso in assoluto da 189 anni ed il nono mese di piovoso della serie storica cittadina. Sono stati misurati ben 241.8 mm. La temperatura media mensile è stata di 16.2°C in centro a Modena ed è il maggio più freddo dal 1991. Piogge ancora maggiori nel mese a Reggio Emilia dove sono caduti 335,1 mm e la temperatura media è stata di 15.3°C. Da un deficit pluviometrico del 24% delle piogge attese nei primi 4 mesi dell’anno si è passati ad una sovrabbondanza del 57%. Ora ci attende una tregua caratterizzata da una settimana di sole e innalzamento delle temperature consone al periodo del primo mese estivo.
La temperatura media di maggio 2019 registrata dalla strumentazione della stazione storica dell’Osservatorio Geofisico del DIEF (Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”) di Unimore, situata sul torrione orientale del Palazzo ducale di Modena, dove da 189 anni si prendono le misure meteorologiche della città, è risultata di 16.2°C. Notevole l’anomalia (- 2.5°C) rispetto alla climatologia di riferimento per il periodo 1981-2010.
“Non è stato un mese da freddo record – si affrettano a dire il meteorologo Unimore Luca Lombroso e le collaboratrici dell’Osservatorio Geofisico Sofia Costanzini e Francesca Despini – poiché è il 30° maggio più freddo dal 1830, ma senz’altro è stato un episodio inusuale nel contesto delle ben più frequenti anomalie calde recenti”. L’ultimo maggio così freddo a Modena fu nel 1991 con una media di 14.3°C. Il maggio più freddo in assoluto a Modena risale al 1902 con soli 13.7°C.
La temperatura minima mensile è stata osservata il 6 maggio, con un valore di 6.6°C, mentre la temperatura massima mensile ha raggiunto i 26.0°C il giorno 24. Questi valori sono entrambi distanti dai record assoluti di temperature estreme. “Nel dettaglio – aggiunge Luca Lombroso – spiccano, invece, marcate anomalie termiche negative, in particolare attorno ai giorni 5-7 maggio, 12-20 maggio e 26- 30 maggio. In questi periodi sono stati registrati valori massimi inferiori a 8-10°C rispetto alle medie di riferimento. Al contrario, sono solo 5 i giorni con temperature in linea o leggermente più miti della climatologia”.
Le precipitazioni del mese assommano a 241.8 mm, straordinariamente abbondanti, pari a +424% di quelle attese dalla climatologia 1981-2010, che indica in 57.0 mm il valore medio mensile delle piogge. “Mai nella nostra serie storica che riguarda la città di Modena – commenta l’esperto Luca Lombroso – si sono registrate precipitazioni così abbondanti in maggio. Il precedente maggio più piovoso risale al 1880 con 177.7 mm”.
Un altro record mensile riguarda il numero di giorni con precipitazioni misurabili, 22 nel maggio 2019. E’ il massimo assoluto della serie storica, insieme al maggio 1980.
Il giorno più piovoso è stato il 5 maggio, con 58.9 mm accumulati nelle 24 ore nella stazione di Piazza Roma a Modena. “Un valore molto abbondante, e che avvicina – affermano Luca Lombroso, Sofia Costanzini e Francesca Despini – la massima pioggia giornaliera registrata nel mese di maggio, che fu il 3 maggio 1850 con 62.8 mm”. Il record assoluto di precipitazione nelle 24 ore invece è stato osservato il 5 ottobre 1990 con un valore di 165.4 mm.
Il vento ha raggiunto la velocità massima di 61 km/h il giorno 5. Veramente scarso, infine, il soleggiamento, con 168 ore di sole(eliofania assoluta) pari a solo il 13% del tempo di soleggiamento astronomico teoricamente disponibile (eliofania relativa).
Le altre stazioni confermano un “mese fresco e straordinariamente piovoso” soprattutto presso la stazione meteo del Campus San Lazzaro di Reggio Emilia, dove la temperatura media è stata di 15.3°C e le piogge cumulate di 335.1 mm. A Modena presso il Campus DIEF, nella periferia della città, si è riscontrata una temperatura media simile, 15.4°C, e precipitazioni totali nel mese di 223.9 mm. Il giorno più piovoso si è verificato, come a Modena Piazza Roma, il 5 maggio, ma con differenti valori: aReggio Emilia si sono registrati 90.4 mm, mentre a Modena Campus 42.2 mm.
“Il freddo e piovoso mese di maggio 2019 – riflette Luca Lombroso di Unimore -. sarà tra quelli da ricordare per future <cronache meteorologiche> delle grandi piogge e tra quelli che venivano chiamati, da Domenico Ragona (Direttore dell’osservatorio dal 1862 al 1892), <ribaltamenti di stagioni>”.
Maggio 2019, inoltre, è stato anche il mese primaverile più piovoso dal 1830, nonché il 9° mese più piovoso in assoluto per Modena. L’ultimo caso di mese con piogge mensili così consistenti fu nell’ottobre 1990 con 312.9 mm.
“Nel solo mese di maggio, – spiegano Sofia Costanzini e Frencesca Despini – è caduta più pioggia di quanta ci si attenderebbe dalla climatologia non solo per tutti i mesi primaverili (marzo-maggio), ma anche più di quanta ne dovrebbe cadere nei primi cinque mesi dell’anno”. Con una quantità di pioggia così consistente, dal deficit pluviometrico del 24% nei primi 4 mesi del 2019 siamo ora passati a una sovrabbondanza di pioggia del 57% per i primi 5 mesi.
Un’ulteriore nota riguarda il dato pluviometrico di Reggio Emilia dove le piogge sono state assai più abbondanti che a Modena. Nel giorno più piovoso sono caduti ben 90.4 mm di pioggia e nel mese 335.1 mm. “Su Reggio Emilia – dice Luca Lombroso – non disponiamo di dati climatici centenari come per Modena, ma come curiosità possiamo rilevare che una piovosità simile è più tipica di climi tropicali che delle nostre latitudini in pianura. Basti pensare che il valore mensile a Reggio Emilia è simile a quello rilevato nella nostra stazione meteo sperimentale alla Riserva Karen Mogensen in Costa Rica, dove ora è stagione delle piogge”.
“La causa meteorologica di questo maggio veramente anomalo – conclude il meteorologo Luca Lombroso – risiede nella ripetuta presenza di depressioni sul Mar Ligure-Alto Tirreno con marcata ondulazione della corrente a getto polare, che ha spesso portato masse d’aria fredde verso l’Italia. Questa situazione è coerente con la teoria dell’amplificazione artica, un complesso meccanismo per cui il ritiro dei ghiacci artici marini può favorire incursioni di aria fredda alle medie latitudini. In pratica, significa più estremizzazione: nel quadro di un clima più caldo, aumenta di molto la probabilità di ondate di caldo, ma resta la possibilità di episodi di freddo”.
Previsione. Come da calendario che vede al primo giugno l’inizio dell’estate meteorologica, è arrivato il primo anticiclone subtropicale dell’anno. La settimana proseguirà estiva e soleggiata, con temperature già prossime o leggermente sopra ai 30°C, in modesta flessione a metà settimana, quando passeremo a un tempo più variabile, ma ancora con temperature tipiche di giugno, 26-28°C di giorno e con dominio del sole. Verso il fine settimana, per quanto incerta la previsione, potrebbe aumentare l’instabilità e il rischio di brevi temporali locali, ma non torneranno il freddo e le grandi piogge delle settimane scorse.