MIRANDOLA E FINALE EMILIA – “Francamente l’entusiasmo del sottosegretario Ferraresi (M5s) per l’invio degli ispettori a Bologna e Reggio ci lascia soddisfatti solo a metà. Proprio lui, che è originario di Finale Emilia, dovrebbe fare il tifo affinche’ i riflettori si accendano anche su Modena e sulla Bassa, ed avere ben presente il legame tra Tribunale dei Minori e Servizi Sociali.”
Così commentano Enrico Aimi, senatore Fi, e Antonio Platis, consigliere provinciale Fi, la notizia dell’invio degli ispettori al Tribunale di Bologna e di Reggio.
Da Novembre 2018 è infatti inevasa la richiesta di Forza Italia, avanzata Enrico Aimi, di passare al setaccio Modena e la Bassa.
“Non si può – evidenziano Aimi e Platis – controllare il Tribunale dei Minori senza, congiuntamente, inviare gli ispettori nei Comuni e nelle Ausl per verificare la condotta dei servizi sociali. Sulla pelle dei bambini non si scherza. Il Governo non può fare dunque spot demagogici.
Inoltre i punti di collegamento tra la vicenda “Covezzi e Don Giorgio Govoni” e quella di Reggio Emilia, sono talmente evidenti che richiedono un serio e accurato approfondimento da parte degli ispettori ministeriali. Basti pensare alle cointeressenze tra il centro Hansel e Gretel e la bassa modenese, al ruolo della moglie di Claudio Foti nel filone dei processi modenesi, alla formazione continua dei Servizi Sociali della bassa con la metodologia decantata dal Cismai, al ripudio della carta di Noto da parte degli psicologi dell’epoca.
A questo si aggiunge il clima politico analogo. Quando è scoppiato il caso nella bassa modenese le istituzioni dicevano che non si trattava di un boom di pedofili e satanisti ma dell’efficienza del Servizio che era capace, a differenza degli altri territori, di riconoscere i disagi e di salvare i bambini. Sono stati almeno 16 i minori finiti in questo girone infernale in due anni (1996-1998), in un territorio di appena 80mila abitanti. Per questa ragione Mirandola era portata da Regione e Ausl in palmo di mano. Proprio come la Val d’Enza fino a poche settimane fa.
Anche in questi ultimi mesi appare critica la scelta dei Servizi Sociali dell’Area Nord di inviare almeno un minore a Bibbiano. Mirandola non ha rapporti di alcun tipo con la Val d’Enza ma i Servizi Sociali come mai hanno scelto questa struttura? Perché, agli attacchi in commissione di Fi, hanno risposto che era un’eccellenza regionale? Quale controllo hanno fatto i Servizi Sociali sulla bambina che pare essere stata vittima degli psicologi del centro?
Viste anche le contestazioni amministrative rilevate dalla Procura di Reggio – incalzano Aimi e Platis – andrebbero attenzionati gli atti dell’Unione Area Nord: convenzione diretta alla Val d’Enza, preventivi intestati al centro Hansel e Gretel e non all’Unione Val d’Enza e, più in generale, i tanti affidamenti diretti che vengono stipulati. Così come andrebbe aperta un’indagine accurata sui 2.200.00 euro spesi per il Cenacolo Francescano (dove sono stati ospitati i 16 bambini), senza una gara, con un probabile subappalto non autorizzato, con delle tariffe fuori mercato e con personale, fino al giorno prima, in servizio nell’amministrazione che ha affidato l’incarico”.
“Mi stupiscono le sollecitazioni dei Senatori di Forza Italia Aimi e Platis che chiedono al sottoscritto un intervento più diretto sul caso “Veleno” dei diavoli della bassa, dal momento che il Movimento, grazie anche all’impegno di tutti i portavoce del modenese, ha preso in carico da subito la vicenda, compiendo atti concreti e circostanziati, tra i quali una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta a prima firma Ascari sugli allontanamenti di minori dalle famiglie e sugli affidamenti a comunità, con particolare riferimento ai casi avvenuti nella provincia di Modena tra il 1997 e il 1998, al contrario delle forze politiche precedenti, inclusa la stessa Forza Italia, che pur essendo stata al Governo in questo lungo periodo di tempo, non ha mai posto in istruttoria all’ispettorato del Ministero di Giustizia la vicenda “Veleno”.
“In particolare – continua Ferraresi – a seguito dello scandalo di Reggio Emilia, il Ministro della Giustizia Bonafede ha mandato gli ispettori al Tribunale di Bologna, che è responsabile per l’affido dei minori anche sul territorio di Modena, e ha aperto già da tempo un’istruttoria sul caso “Veleno”, prendendo in esame gli esposti che sono stati sottoposti all’attenzione del Ministero. Sottolineo – prosegue ancora il Sottosegretario – che gli accertamenti sulla responsabilità disciplinare dei magistrati che hanno agito nella vicenda della Bassa possono essere condotti solo sui casi non ancora soggetti alla prescrizione dei 10 anni, 10 anni in cui nessun governo ha disposto neanche un’ispezione o aperto una istruttoria”.
“Infine – conclude Ferraresi – vorrei ricordare che nessuna ispezione sui servizi sociali è possibile da parte del Governo, perché il controllo e il potere disciplinare sugli stessi spettano ai Comuni”.
Inchiesta affidi, Aimi (FI): “Ferraresi dimentica l’impegno del centrodestra”
Il sottosegretario Vittorio Ferraresi è davvero “simpatico” nel raccontare la barzelletta del disimpegno del centrodestra nelle vicende che hanno riguardato le inchieste relative agli affidi di minori. Per la verità, ci siamo domandati dove fosse invece lui in questi lunghi sette anni in cui è stato deputato, lui che, originario di Finale Emilia, ben dovrebbe conoscere le vicende che ruotano intorno all’inchiesta giornalistica “Veleno”.
Ferraresi accusa Forza Italia di non essersi occupata della vicenda dimenticando che, quando eravamo al governo, l’inchiesta Veleno non era ancora venuta alla luce. Risponda piuttosto alla interrogazione ho rivolto a novembre al suo Ministero nella quale chiedevo di inviare ispettori ministeriali nelle zone interessate. E’ singolare infatti che gli ispettori, nella bassa modenese, non siano ancora stati inviati. Per la verità tutta la vicenda di don Giorgio Govoni e della famiglia Covezzi “parla” sin dal 1996 con il linguaggio del centrodestra con i senatori Cortelloni e Giovanardi e poi ancora con una mia interrogazione in regione nell’anno 2000, la prima in assoluto, oltre ai numerosi interventi del consigliere provinciale di FI Antonio Platis. Spieghi piuttosto come mai in Piemonte il M5stelle ha effettuato una lauta donazione proprio alla Onlus torinese Hansel e Gretel che è al centro dell’inchiesta della Val d’Enza.
Lo dichiara Enrico Aimi, senatore per Forza Italia