FINALE EMILIA – Un caso che si trascina da anni. Il protagonista è Vincenzo Sciangula, 60enne trasferitosi dalla Sicilia qualche anno fa, al quale è stato sospeso e, più tardi, revocato, con richiesta di restituzione del percepito, il Cas, contributo di autonoma sistemazione.
A fare chiarezza è il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali di Finale Lorenzo Biagi che così spiega:
In merito alla revoca del Contributo per l’Autonoma Sistemazione (C.A.S.), le ordinanze Commissariali sono chiare ed esaustive riguardo i requisiti necessari all’ottenimento del beneficio che veniva erogato sulla base di un’autodichiarazione iniziale e solo in seguito poteva essere verificata la veridicità del suo contenuto. Pertanto quanto operato, seppur non piaccia, era la semplice applicazione di quanto previsto dalla vigente normativa nella situazione specifica del sig. Sciangula che presentava particolari condizioni di occupazione dell’immobile.
In quel periodo storico, nel caso specifico vista l’emergenza abitativa e sociale del nucleo familiare del soggetto, il modulo abitativo rappresentava l’unica soluzione attuabile e più idonea per garantire una soluzione temporanea emergenziale al nucleo, visto che altri requisiti normativi previsti in altri ambiti non erano applicabili.
Nel corso di questi anni, il sig. Sciangula è stato sostenuto per tutto, a partire dai contributi economici che sono di un’entità ben diversa da quanto asserito dall’amico e che per ovvi motivi di privacy non è possibile qui indicare.
Relativamente alla mancata assegnazione di una casa popolare, anche in questo caso, sulla base delle disposizioni normative, il sig. Sciangula è stato più volte sollecitato a risolvere aspetti della sua situazione personale e patrimoniale in modo tale da poter vedersi riconosciuti determinate condizioni e requisiti, ma lo stesso non vi ha mai provveduto pretendendo che fossero gli Uffici a risolvergli problemi di natura esclusivamente privata.
Si precisa inoltre che al sig. Sciangula sono stati più volte proposti sia tirocini formativi che inserimenti lavorativi per categorie protette, entrambi retribuiti: sempre rifiutati con le più disparate motivazioni.
Non vale la pena spendere ulteriori parole e nonostante i comportamenti discutibili tenuti in ogni occasione dal sig. Sciangula, i Servizi in tutti questi anni non lo hanno mai abbandonato.
Da ultimo invitiamo “gli amici che combattono per lui” ad inseguire la verità ed oggettività dei fatti senza abbandonarsi ai propri punti di vista, forse questo è il solo modo per aiutare il sig. Sciangula.
Sul caso è intervenuta anche una funzionaria del Servizio casa, ora in pensione, che all’epoca seguì il caso e ricorda – come l’assessore Biagi ha sottolineato – che Sciangula era stato escluso dalla graduatoria per l’assegnazione di un alloggio comunale “perché tutte le sue dichiarazioni, dopo i dovuti accertamenti d’ufficio fatti peraltro su tutti i partecipanti alla graduatoria di assegnazione casa, rivelarono manifeste incongruenze e irregolarità”. Inoltre, l’ex dipendente ricorda anche come i servizi sociali “hanno seguito con estrema attenzione la compagna ed il figlio”.
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