“E’ la Regione Emilia-Romagna la prima che vuole verità e chiarezza sulla vicenda della Val d’Enza. L’istituzione della Commissione d’inchiesta rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte della politica, segnale che io stesso avevo chiesto invitandola a non dividersi sui bambini. Ringrazio quindi l’Assemblea legislativa che ha accolto l’invito a dare un contributo di ulteriore chiarezza, in primo luogo nell’interesse esclusivo delle famiglie e dei bambini alle prese con una vicenda drammatica, e poi di tutto il sistema di servizi a tutela dell’infanzia”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo il varo da parte dell’Assemblea legislativa della Commissione regionale d’inchiesta sui fatti della Val d’Enza, al centro dell’indagine aperta dalla Procura di Reggio Emilia.
“Ribadisco l’auspicio che le speculazioni e la campagna d’odio portate avanti finora da più parti possa finire. E’ la Magistratura- sottolinea Bonaccini- chiamata a indagare e sarà il processo a stabilire chi, eventualmente, avrà commesso reati e a perseguirli fino in fondo. Noi, istituzioni e amministratori, siamo chiamati in primo luogo a dare risposte che rafforzino il sistema di tutela e protezione dei minori e delle famiglie, analizzando ogni aspetto possibile degli attuali meccanismi e delle attuali procedure, compreso tutto ciò che riguarda gli affidi, andando oltre le competenze regionali, sapendo che su questo operano i servizi sociali, la magistratura minorile, i Comuni. Insieme, allora, facciamo piena luce, per arrivare a chiudere ogni falla possibile”.
“Il lavoro dei consiglieri regionali nell’ambito della Commissione d’inchiesta si affiancherà, ma su piani assolutamente diversi, a quello delle autorità inquirenti e a quello della Commissione tecnica che come Giunta regionale abbiamo istituito il 13 luglio scorso, composta da esperti di provata esperienza e competenza. Capire e ragionare sul funzionamento di sistemi e servizi pubblici è compito della politica- conclude il presidente della Regione-. Facciamolo, però abbassiamo i toni, nel rispetto innanzi tutto del dolore di tante tersone, mantenendo allo stesso tempo alta la vigilanza e l’impegno affinché quanto prima sia fatta luce. Da parte nostra, come Regione Emilia-Romagna, vogliamo dare un contribuito concreto in questa direzione”.
La notte scorsa l’Assemblea legislativa regionale ha formalizzato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul sistema di tutele dei minori in Emilia-Romagna, i cui lavori termineranno entro la fine della legislatura in corso. L’iniziativa, annunciata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stata formalizzata dal Partito democratico, da Sinistra italiana e da Silvia Prodi (Misto). All’inizio di luglio la Lega nord e Fratelli d’Italia avevano avanzato la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta sul sistema regionale degli affidi, sulla rete dei servizi e sull’attività degli educatori e degli assistenti sociali. Hanno votato a favore dell’istituzione della commissione speciale d’inchiesta Pd, Si, Misto, Ln, M5s e Fi, mentre Fdi non ha partecipato al voto.