È attiva la nuova organizzazione del servizio di Triage al Pronto soccorso dell’Ospedale di Mirandola, con un infermiere dedicato per migliorare la presa in carico di chi accede in emergenza. Si tratta di uno dei primi progetti di potenziamento del Santa Maria Bianca voluto dalla Regione Emilia-Romagna e definito nei mesi scorsi attraverso le visite dell’Assessore alla Sanità Sergio Venturi e, successivamente, del Direttore Generale Antonio Brambilla. Lo rende noto un comunicato dell’Azienda Usl.
Come funziona il nuovo Triage? Se prima la valutazione delle priorità assistenziali delle persone che si presentavano al Pronto soccorso era affidata all’operatore in turno sul mezzo di soccorso di stanza a Mirandola, che valutava i sintomi e assegnava i codici, adesso questa attività è svolta da infermieri dedicati, mentre il personale dell’emergenza territoriale può impegnarsi totalmente sugli interventi in ambulanza o automedica e, quando necessario, a supporto dell’assistenza ai pazienti in Pronto soccorso.
Il servizio è attivo 7 giorni su 7, 24 ore su 24, grazie all’acquisizione di personale a cui è stata dedicata una formazione ad hoc: si tratta in tutto di sei infermieri, che rafforzano l’organico del Pronto soccorso di Mirandola garantendo tutti i turni necessari.
“Si innalza ulteriormente il livello di sicurezza del Santa Maria Bianca – spiega Sonia Rioli del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’Azienda USL di Modena – grazie a un progetto che ha consentito di inserire nuovo personale da dedicare alla valutazione dei pazienti. Sarà così possibile lavorare sulla riduzione dei tempi di permanenza in Pronto soccorso”.
Parallelamente, è in corso di sviluppo la progettazione di un’area intermedia di supporto al Pronto Soccorso che consenta di agevolare sia le operazioni di dimissione, sia quelle di ricovero da parte delle unità operative.
È stata individuata una collocazione del servizio coerente con l’attività svolta e con l’imminente cantiere della Casa della Salute: uno spazio tutto nuovo, confortevole e presidiato da infermieri specializzati attenti alla sicurezza e ai bisogni dei pazienti e dei loro famigliari, che potrà accogliere chi è in attesa di ricovero e chi, dimesso dall’ospedale o dal Pronto Soccorso, aspetta di ritornare alla propria abitazione o in un’altra struttura, supportando anche i cittadini nella pianificazione del rientro e dei trasporti. In tal modo sarà anche agevolata la collaborazione con il PUASS (Punto unico di accesso socio-sanitario), che sarà rafforzato, per un’assistenza continuativa tra ospedale e territorio e la promozione di percorsi di dimissioni protette.