A vent’anni dai fatti di Mirandola e Massa Finalese e subito dopo la scoperta degli orrori di Bibbiano, in viale Aldo Moro – sede della Regione Emilia Romagna- si ammette che c’è qualcosa che non va. C’è voluto l’arrivo del vicepremier Matteo Salvini, martedì nel reggiano, per far emergere i numeri di un fenomeno preoccupante: sono quasi 3.000 infatti i bimbi tolti alle famiglie, in vario modo, per finire in affido o in comunità.
Troppi, per ammissione della stessa Regione.
“Qualsiasi tipo di controllo e verifica venga fatto per la tutela dei minori ci trova assolutamente d’accordo. Bene quindi le parole del ministro dell’Interno, Salvini, ma crediamo sarebbe bene potesse agire per questo avendo un quadro della situazione che riporti dati corretti. In Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2017 i minori in affidamento a famiglie erano 1.529 – considerati tutti i tipi di affidamento: a tempo pieno, part time, consensuali, giudiziari – e quelli inseriti in comunità 1.441. In totale, quindi, 2.970. Vi sono poi i minori ospitati in strutture insieme alle madri, ma certo si è lontani dai 10mila bambini ‘portati via ai genitori’ nella nostra regione di cui ha parlato il vicepremier oggi nella sua visita a Bibbiano”.
Così il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, Giammaria Manghi, che aggiunge: “Si tratta comunque di un numero elevato, di fronte al quale, ripeto, è giusto fare ogni tipo di verifica, per la quale la Regione è pronta a fare tutto quello che rientra nelle sue competenze, partendo proprio da un contributo di chiarezza sui dati che rispecchino il vero, e non altri”.