Il “Decreto Crescita” interviene – per la quarta volta in due anni – sulla regolamentazione di “affitti brevi e attività ricettive”, complicando un quadro di adempimenti e sanzioni – tra norme nazionali, regionali e locali – già molto affollato, a volte in contrasto tra loro o con differenze incomprensibili tra regione e regione. Tra le ultime, condivisibili novità, quella di un “codice identificativo” che garantisca il settore extra-alberghiero e degli affitti brevi, che a Modena vale 8.718 posti letto, il 42% (percentuale peraltro in continuo aumento) del totale della disponibilità nelle strutture ricettive modenesi.
“Alla luce di questi numeri – commenta Italo Paltrinieri, referente provinciale di CNA Turismo – riteniamo che debba cambiare la narrazione di questo settore, spesso visto in modo poco trasparente: gli affitti brevi, il lavoro dei property manager e degli host, la nuova offerta extra-alberghiera sono una parte importante e innovativa dell’offerta turistica italiana e emiliano-romagnola. Associare sempre questo mondo al termine “furbetti” è ingiusto nei confronti dei tanti operatori che pagano le tasse e svolgono gli adempimenti previsti, ma anche un modo per non cogliere il cambiamento della domanda turistica che chiede maggiore scelta in diverse forme, luoghi e periodi”.
L’unica strada per superare questa definizione è l’individuazione di norme giuste e semplice, supportate da controlli adeguati.
L’art.13quater del DL “Crescita” istituisce, presso il ministero dell’Agricoltura, una banca dati “delle strutture ricettive nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi” identificati attraverso un codice alfanumerico che andrà inserito in tutte le comunicazioni (online e offline); il Decreto si dà 30 giorni per definire le forme pratiche e i criteri di questo codice. Nel Decreto si definisce anche la possibilità di fornire i dati del portale Alloggiati Web (Questure) all’Agenzia delle Entrate – pur prendendosi tre mesi per definirne i modi – e sono espresse nuove multe per il non rispetto delle norme (da 500 a 5000€).
“Come CNA Turismo – commenta Paltrinieri – vediamo con molto favore l’ipotesi di un codice identificativo ma speriamo che l’intervento non divenga un ulteriore carico burocratico per gli operatori (che hanno già tre dichiarazioni da fare) e che non rappresenti poi, nei fatti, una forma di controllo solo su chi è già in regola, mentre il problema è fare norme giuste per far emergere un sommerso storico, amplificato dai portali telematici, e attuare i controlli appropriati e necessari”.
“Per questo chiediamo che gli adempimenti siano finalmente semplificati: per esempio, riducendo a una – con tre indirizzi differenti – le dichiarazioni da fare da parte dell’impresa e dell’host (Questura, Istat/Regione, Comune/tassa soggiorno) nell’esercizio della sua attività. Allo stesso modo chiediamo modifiche alla Legge Turistica dell’Emilia-Romagna per attualizzare le norme (possibilità di promo-commercializzazione b&b, possibilità affitto porzione di casa, no limiti per le case e appartamenti per vacanze, ecc.) e, quindi, favorire la professionalizzazione e la valorizzazione di questo settore economico.
CNA Modena, attraverso il proprio ente di formazione Ecipar, organizzerà nel mese di settembre un corso di formazione su tutte queste novità normative, allo scopo di aiutare host e imprese turistiche extra-alberghiere ad essere sempre aggiornate e in regola.