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Dalla Bassa a Bibbiano, quel filo che lega le onlus

da | Ago 4, 2019 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA E DINTORNI – Non si spengono i riflettori sui fatti di Bibbiano. In questi ultimi giorni sono stati diversi gli approfondimenti riguardo al filo che lega la vicenda degli affidi nel reggiano e quanto avvenuto nella Bassa venti anni fa. A partire dalla vicenda della bimba di Mirandola e dai finanziamenti (269 mila euro impegnati dall’Ucman, come denunciato da Antonio Platis e Mauro Neri) al Centro Studi Hansel e Gretel coinvolto proprio nei fatti di Bibbiano.

Proprio su quest’ultimo punto si sono accesi i riflettori anche della stampa nazionale. I quotidiani La Verità e Il Giornale hanno rilanciato la questione del finanziamento dell’Ucman al Centro Studi sollevata da Platis e Neri che si chiedono se si possa parlare di danno erariale:

Nell’ottobre 2018 è stato organizzato al Teatro Metropolis a Bibbiano (RE) un convegno nella cui locandina appare, come Partners de “La Cura”, oltre al Centro studi Hansel e Gretel un solo ente locale: l’Unione Comuni Modenesi Area Nord. Eppure la scadenza del rapporto Mirandola-Bibbiano doveva essere il 30.4.2018.

Al convegno hanno partecipato numerose persone oggi indagate nell’inchiesta “Angeli e Demoni”. Tra i relatori figura anche la Responsabile della onlus a cui Mirandola aveva affidato nel 2013 la bambina oggi al centro dell’inchiesta “Angeli e demoni”. Da notare – spiegano i consiglieri Neri e Platis – che la Responsabile della casa famiglia è nel direttivo di una nota associazione assieme a Claudio Foti, Nadia Bolognini e Sarah Testa. Questa associazione realizza un quotidiano on line che ha “l’obbiettivo di difendere i bambini dall’adultocentrismo, dal negazionismo e dalla cultura patriarcale”.

Complessivamente, per gli affidamenti diretti, sono stati impegnati dall’Ucman indicativamente 269.354 euro in favore di questa onlus.

Agli atti della prima determina nel 2013, la responsabile dell’epoca Monica Benati, affermava che verosimilmente la minore sarebbe stata nel centro scelto fino alla maggior età (raggiunta a fine 2018). Già questo – incalzano gli esponenti di FI – è un fatto molto grave perché si è scelta una struttura direttamente, senza considerare l’impegno palesemente pluriennale che avrebbe portato sopra la soglia dei 40mila euro l’affidamento. A questo si aggiunge un altro aspetto già contestato nel 2017. Perché invece di affidarci al Servizio Sanitario Regionale, l’Unione Area Nord ha fatto una convenzione, formalmente con la Val d’Enza, ma palesemente con il Centro Hansel e Gretel per pagare psicologi privati a 135 euro all’ora? Pensate che i preventivi agli atti dell’Ucman non sono dei comuni reggiani, ma di un privato. Quei soldi non dovevano finire là. A nostro avviso c’e’ il rischio di un danno erariale e per questo abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti con un’interrogazione.

I quesiti sono sostanzialmente tre.

Perché l’Unione Area Nord ha dato adesione al convegno del 10-11 ottobre 2018 a Bibbiano come unico ente locale “partners”?

Quale ruolo ha avuto l’onlus in cui era affidata la minore mirandolese oggetto dell’inchiesta “Angeli e Demoni” nella scelta del Centro Hansel e Gretel visti i rapporti palesi che si evincono tra i responsabili dei due centri.

Se la Giunta Ucman, in futuro, intenda rendere maggiormente trasparente il criterio di selezione delle case famiglia.

Inoltre, secondo Il Resto del Carlino e il giornalista Pablo Trincia autore dell’inchiesta Veleno, la onlus “Il centro aiuto al bambino” della psicologa Valeria Donati, finita nell’inchiesta di Bibbiano, “in corrispondenza delle sentenze di assoluzione dei coniugi Covezzi e della famiglia Morselli e con la pubblicazione dell’inchiesta Veleno i ricavi scendono nel 2017 a 70.000 euro”. Invece, la onlus avrebbe ricevuto da tribunali, associazioni e Comuni nel 2004 251 mila euro, 269 mila nel 2005, 337 mila nel 2006, 480 mila nel 2007, 495 mila nel 2008, 512 mila nel 2009, 571 mila nel 2010, più di 650 mila nel 2012. Secondo Trincia, poi, i 18 bambini del caso Veleno seguiti dal CAB dal 2002 al 2013 erano suddivisi in quattro categorie a seconda della gravità della situazione e per loro il CAB riceveva 1.032 euro al mese per la fascia D e 1.400 per la A.

Intanto nei giorni scorsi si è insediata la Commissione regionale di inchiesta sui fatti di Bibbiano e in Parlamento  le commissioni Affari Istituzionali e Giustizia del Senato, riunite in sede congiunta e deliberante, hanno approvato la proposta relativa all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli affidi. Ora la palla passa alla Camera, ma sembra che la proposta possa procedere speditamente come ha spiegato anche la senatrice M5S Maria Laura Mantovani: “Adesso va alla Camera dove farà anche lì un percorso rapido. Da senatrice dell’Emilia Romagna sento particolarmente la delicatezza del tema: l’inchiesta sui fatti di Bibbiano e sui servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza e le vicende accadute 20 anni fa nella Bassa modenese, note come ‘caso Veleno’, sono ferite aperte e dolorose. La commissione d’inchiesta intende far luce sulle procedure degli affidi in tutta Italia”.

Sulla commissione regionale e sulla sua composizione, ovvero escludere il centrodestra, Forza Italia ha sollevato perplessità e Andrea Galli, capogruppo in Regione, in una lettera aperta al neoeletto presidente Boschini ha scritto:

In ogni caso la Commissione esiste e spero che i membri di centrodestra che ne fanno parte possano almeno esercitare in  modo pieno i diritti e doveri che la legge consente loro. In qualità di capogruppo di Forza Italia in Regione, alla luce di questa premessa, chiedo immediatamente vengano sentiti alla prima riunione utile alcuni personaggi chiave di questa vicenda. Al di là della possibilità di sentire gli stessi indagati, chiedo vengano invitati in Commissione:

  1. Roberta Mori, consigliere regionale Pd e coordinatrice nazionale degli Organismi di pari opportunità regionali
  2. Pablo Trincia, giornalista autore dell’inchiesta Veleno
  3. Luigi Costi, ex sindaco di Mirandola
  4. Mauro Imparato, psicologo ed ex giudice onorario del tribunale dei minori
  5. Paola Tognoni, vicesindaco di Bibbiano e sindaco in pectore dopo la sospensione di Carletti
  6. Cinzia Magnarelli, assistente sociale pentita, indagata ma già intervistata da diversi media
  7. Marcello Burgoni, già direttore del Servizio Minori dell’ASL di Mirandola
  8. Carlo Giovanardi, ex sottosegretario alla famiglia
  9. Gloria Soavi, presidente Cismai
  10. Monica Michele, vicepresidente Cismai

Quanto alla vicenda di Bibbiano, il giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia Luca Ramponi ha confermato gli arresti domiciliari per il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (ora sospeso dalla Prefettura). Carletti, che si è autosospeso dal Partito Democratico, è accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico e si trova agli arresti domiciliari dal 27 giugno.

> INCHIESTA AFFIDI PILOTATI

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