Mamma e figli lo circondano nel parcheggio del supermercato e tentano di rapinarlo. Vittima un pensionato modenese di 89 anni che era andato a fare la spesa e si è accorto in tempo di quanto stava accadendo.
Scrive l’uomo:
“Avvenimenti dei tempi nostri
Vorrei raccontare di un episodio accadutomi ieri perché potrebbe tornare utile a quelli che lo leggeranno, o almeno non trovarli impreparati qualora succedesse anche a loro.
Ieri alle 13 vado al supermercato per una veloce spesa. Non dico quale perché non ha importanza dato che potrebbe succedere dovunque. Vado a quell’ora perché di solito non c’è molta gente in giro e al punto vendita.
Dato il caldo e il luogo, non particolarmente impegnativo, indosso una maglietta e con pantaloni corti. Questi portano due tasche oblique laterali tradizionali, una tasca posteriore normalmente contenente un pacchetto di fazzoletti di carta, e due tasche rettangolari sul lato sopra al ginocchio larghe e comode. A sinistra tengo il cellulare e a destra il portafoglio con contanti, documenti, e carte di credito.
Finisco la spesa e mi avvio verso la macchina, scarico la borsa e vado a riporre il carrello.
Nel parcheggio non c’è un’anima viva.
Quasi all’improvviso sento alle mie spalle un vociare gioioso di bambini. Strano, sono comparsi quasi dal nulla.
Mi giro e vedo che saranno 3 o 4 di età compresa presumibilmente fra i 6 e i 12 anni. Vedo che sono vestiti abbastanza bene, ordinati ben pettinati e parlano un buon italiano pur se con un accento indefinibile. Realizzo che non sono modenesi.
Con loro c’è una signora di bell’aspetto bei lineamenti, truccata bene, capelli neri bellissimi e lunghi, sui 35/40 vestita molto bene, un portamento normale da mamma che accompagna i figli. Poi anche una bella signora.
Mi avvicino al deposito dei carrelli e noto che mi seguono.
Infilo il carrello, ricupero la moneta mentre loro mi hanno circondato.
A un certo punto la signora si pone sulla fila di carrelli adiacente e contigua alla mia e introduce una moneta per liberare il carrello. Intanto mi è sempre più vicina e mi dice sotto al naso: Ma questa moneta non funziona (vedo che ha 20 centesimi). Le dico: Guardi che ci vuole una moneta come quelle raffigurate sull’impugnatura del carrello.
A questo punto sono marcato da ogni lato. Mi si accende una lampadina e faccio scorrere le braccia lungo al corpo e arrivo con le mani nelle tasche laterali.
Qui blocco altre due mani, una della donna e l’altra di un bambino. Stringo col massimo della forza entrambe le mani. Loro subito non abbandonano il cellulare e il portafogli ma io stringendo con tutta la maggior forza possibile riesco a far mollare i due oggetti che ricadono nelle rispettive tasche.
Allora riprendo la mano sinistra della donna mentre i bambini allargano il cerchio facendo urla. Mentre la donna si divincola mi guardo attorno se ci fosse qualche adulto o qualche agente della sicurezza.
Nessuno. Nulla. Un deserto.
Lascio la donna complimentandomi ironicamente per l’educazione che insegnava ai bambini, figli o non figli.
Si è allontanata col gruppo mandandomi maledizioni (credo) in una lingua incomprensibile.”