Nuove opportunità di crescita per le aziende agricole e benefici per l’ambiente con l’energia verde generata da risorse naturali come acqua, sole, aria o dai sottoprodotti e scarti delle produzioni agricole e agroalimentari.
E’ l’occasione offerta alle imprese agricole dell’Emilia-Romagna con il bando regionale, il secondo previsto dal Psr 2014-2020, che mette a disposizione oltre 6,8 milioni di euro.
Obiettivo del bando è diversificare le attività agricole, con un’attenzione forte all’agricoltura sostenibile e alla riduzione del consumo di combustibili fossili: i finanziamenti andranno infatti a beneficio di aziende agricole che si impegnano a realizzare impianti per la produzione, la distribuzione e la vendita di energia e/o calore.
Per quanto riguarda le bioenergie, non potranno essere utilizzate colture dedicate ma solo scarti e sottoprodotti agricoli in un’ottica di economica circolare.
“Con questo bando abbiamo messo a disposizione nuove risorse per diversificare le attività delle imprese agricole attraverso la produzione e la vendita di energia pulita e rinnovabile – ha spiegato l’assessora regionale all’Agricoltura, Simona Caselli -. Vogliamo dare anche ad altre aziende dell’Emilia-Romagna l’opportunità di integrare il proprio reddito aziendale così come è avvenuto nel 2016 con il primo di questi bandi che ha reso possibile l’attivazione di 56 interventi a fronte di circa 4,2 milioni di euro di contributi concessi. Un’occasione di crescita per gli agricoltori che va nella direzione di un’agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico”.
Cosa prevede il bando
Tra i diversi interventi è previsto il finanziamento di caldaie alimentate a biomassa legnosa, sotto forma di cippato o pellets; impianti per produzione di biogas dai quali ricavare energia termica e elettrica o biometano; impianti che sfruttano altre fonti di energia rinnovabile come quella eolica, solare, idro-elettrica.
Inoltre, è possibile realizzare impianti per ricavare pellets e combustibili da materiale vegetale proveniente da scarti e sottoprodotti agricoli e forestali, piccole reti per la distribuzione dell’energia e impianti “intelligenti” per lo stoccaggio dell’energia al servizio delle centrali o dei microimpianti realizzati. Sono esclusi dal finanziamento gli impianti fotovoltaici realizzati a terra.
Indipendentemente dal tipo di produzione, gli impianti dovranno avere potenze pari ad un massimo di 1 Mega watt elettrico o 3 Mega watt termici. Dovranno inoltre essere dimensionati per produrre energia elettrica o calorica in quantità superiore ai consumi aziendali così da poter essere venduta o ceduta a terzi.
La materia prima che alimenterà le strutture, dovrà provenire dall’azienda stessa o da altre del territorio unite da un accordo di filiera, entro una distanza massima di 70 chilometri.
Le imprese possono presentare progetti di spesa a partire da 20mila euro e senza limiti: il contributo massimo sarà comunque calcolato nel rispetto del regime “de minimis” e non potrà quindi superare i 200mila euro.
Il contributo sarà in conto capitale modulabile tra il 20 e il 50% della spesa ammessa, nel rispetto dei limiti di cumulabilità con altri incentivi pubblici per le energia da fonti alternative. E’ possibile chiedere un anticipo del 50% dell’importo assegnato.
Nelle graduatorie sono previsti punteggi aggiuntivi, a parità di requisiti, per le aziende agricole di montagna e per i giovani agricoltori che abbiano usufruito nei precedenti cinque anni di un contributo per l’avvio di una nuova azienda.
Le domande, che devono essere presentate entro il 29 novembre, vanno presentate utilizzando il sistema Informativo Agrea (sIAG), secondo le procedure indicate da Agrea. Tutte le informazioni e moduli sono online sul portale regionale Agricoltura e pesca.