MIRANDOLA – Il grande giorno per Mirandola e per tutta la Bassa è arrivato. Alle 18 riaprono le porte del Duomo, fortemente danneggiato dal sisma del 2012. Saranno quattro giorni, sabato 21 e domenica 22, mercoledì 25 e sabato 28 settembre, di festa per tutta la comunità.
Si comincia sabato 21 alle ore 18 con la Solenne Messa di riapertura celebrata da Monsignor Francesco Cavina, Vescovo emerito di Carpi. Per motivi di spazio ma anche di sicurezza, l’ingresso sarà possibile ad un numero prestabilito di persone, 400 in totale, munite di pass. Per permettere comunque a chi lo vorrà di assistere alla celebrazione sarà allestito un maxischermo sulla piazza del Duomo, mentre Trc Modena (canale 11) trasmetterà la diretta televisiva dalle 17.50.
Alle ore 21, invece, musica con il concerto dei Faith Gospel Choir.
Domenica 22 settembre la festa riprende alle ore 10.30 con un’altra Messa, celebrata sempre da Monsignor Francesco Cavina, ma questa volta aperta a tutti. Al termine sarà offerto un rinfresco in canonica. Alle ore 16.30 musica con la Filarmonica “G. Andreoli”. Fino alle 18, il Duomo sarà aperto per le visite e alle 18.30, si celebrerà la messa parrocchiale.
Le iniziative per la riapertura proseguono mercoledì 25 settembre, alle ore 21, con una preghiera di ringraziamento e sabato 28 con il concerto dei Rulli Frulli e il Duomo aperto per le visite fino alle ore 23.
LE PAROLE DEL PAPA
E’ durato sette anni il percorso di ricostruzione del Duomo di Santa Maria Maggiore. L’inizio dell’intervento di recupero era stato annunciato da monsignor Cavina, alla presenza di Papa Francesco a Mirandola il 2 aprile 2017, proprio sul sagrato del Duomo. In una piazza gremita il Santo Padre rivolse parole di speranza e di stima alla gente, in particolare ai famigliari delle vittime del sisma, per l’esempio di dignità e di fortezza offerto durante l’esperienza drammatica e nel cammino della ricostruzione.
In quell’occasione Papa Francesco disse:
Nei giorni successivi al sisma, grande ammirazione ha suscitato in tutti la testimonianza di dignità e di intraprendenza che avete dimostrato. Vi siete sforzati di affrontare con spirito evangelico la precaria situazione causata dal terremoto, riconoscendo e accettando negli eventi dolorosi la misteriosa presenza di un Padre che è sempre amorevole anche nelle prove più dure. Il mio augurio è che non vengano mai meno la forza d’animo, la speranza e le doti di laboriosità che vi distinguono. Rimanga saldo il vostro intento di non cedere allo scoraggiamento dinanzi alle difficoltà che ancora permangono. Infatti, molto è stato fatto nell’opera della ricostruzione ma è quanto mai importante un deciso impegno per recuperare anche i centri storici: essi sono i luoghi della memoria storica e sono spazi indispensabili della vita sociale ed ecclesiale.
E ancora:
Davanti al vostro Duomo, luogo simbolo della fede e della tradizione di questo territorio e gravemente lesionato dal sisma, elevo con voi al Signore una fervente preghiera per le vittime del terremoto, per i loro familiari e per quanti tuttora vivono in situazioni precarie.
IL PROGETTO
Il progetto di restauro e miglioramento sismico del Duomo di Santa Maria Maggiore, chiesa e campanile, è stato curato dallo Studio Comes di Sesto Fiorentino, in particolare dall’architetto Carlo Blasi e dall’ingegner Susanna Carfagni. Il restauro si è svolto sotto la supervisione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per Bologna e province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Tra i principali interventi eseguiti lo smontaggio delle porzioni di copertura e di muratura rimaste, con il recupero dei materiali preesistenti; il raddrizzamento delle pareti nonché, la ricostruzione e il consolidamento di pareti e volte; la realizzazione di una nuova copertura sulla navata centrale con capriate in legno e acciaio e tavolato microlamellare; il consolidamento di volte, murature e coperture con tiranti metallici; il consolidamento del campanile con fasciature in fibra di vetro e cavi di acciaio; il restauro di superfici interne e intonaci; il restauro di archi ed elementi in muratura esterni del campanile; il rifacimento della parte alta della facciata; la realizzazione di nuovi impianti, fra cui quello di riscaldamento a pavimento.
LA STORIA
La chiesa di Santa Maria Maggiore ha un impianto originario tardo-gotico. Fautori della costruzione furono Giovanni e Francesco I Pico. Iniziata verso il 1440, venne portata avanti da Giovan Francesco I Pico e nel 1470 dai fratelli Galeotto e Anton Maria. Varie modifiche e restauri, ultimati nel 1885, comportarono la ricostruzione dell’attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L’interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d’altare di Sante Peranda. Il campanile è alto 48 metri. La parte inferiore è tardo-quattrocentesca.
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