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Negozio di Mirandola chiede 10 euro per far provare le scarpe: è polemica

da | Set 3, 2019 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – Negozio di Mirandola chiede 10 euro per far provare le scarpe: è polemica. Nell’occhio del ciclone è finita una rivendita di Mirandola che ha esposto un cartello in cui spiega che la prova delle scarpe costa 10 euro. Una decisione presa perchè sono tanti quelli che provano le cose in negozio e poi le acquistano on line per pagare meno. Così il negoziante perde tempo a seguire le persone e non intasca un euro.

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Il caso è stato segnalato a Federconsumatori dopo che una signora di Mirandola reduce dalla visita al negozio di scarpe ha segnalato di aver appreso della richiesta solo una volta all’interno del negozio e che la cosa veniva giustificata con gli abusi di qualcuno. La signora ha abbandonato immediatamente il locale, che certamente  – spiega l’associazione consumatori – non frequenterà più nel futuro

Scrive Federconsumatori in una nota:

Sulla legittimità di una richiesta di questa natura vi sono pareri contrastanti; per alcuni sarebbe legittimo richiedere una quota per una sorta di “consulenza” sull’acquisto, meglio se come acconto per un futuro acquisto. Per altri si tratta di una richiesta illegittima, che va segnalata alle autorità competenti, che debbono sanzionare l’esercente. Le stesse Associazioni del commercio si sono espresse criticamente su questa modalità, non appoggiandola.

In ogni caso è necessario che una regola così discutibile, come quella di far pagare la prova di abiti o calzature, sia indicata con grande evidenza all’ingresso del locale commerciale, e non al proprio interno. Questo per consentire al cliente di scegliere se entrare o meno. Inoltre deve essere specificato che la regola sarà applicata a tutti i non acquirenti, e non in modo arbitrario.

Con queste chiare indicazioni il commerciante si troverebbe probabilmente con una clientela “selezionata”, ma altrettanto probabilmente con una notevole riduzione del volume d’affari. Perché pare evidente che non siano modalità “artigianali” come questa a consentire al piccolo commercio di competere coi giganti del web; una modalità che al contrario crea soltanto effetti controproducenti. Ma il tema esiste, e come Federconsumatori siamo disponibili a ragionare di modalità legittime, come ad esempio il divieto di fotografare le merci in negozio ed i dati posti sulle relative scatole, segnale assai probabile dell’intenzione di acquistare sul web quanto si è provato in negozio.

L’invito di Federconsumatori Modena è quello di non entrare nei negozi che espongono cartelli dove si comunica la possibilità di essere chiamati a pagare la prova di abiti o scarpe. Qualora la cosa non sia indicata bisogna sempre rifiutarsi di pagare, valutando una segnalazione dei fatti alla Polizia Municipale.

 

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