Il sindacato poliziotti del Siulp interviene sulla drammatica morte dei colleghi di Trieste, due giovani agenti uccisi a colpi di pistola da un uomo che avevano fermato per furto.
Scrive il Siulp:
In certi momenti, il silenzio sarebbe obbligatorio soprattutto per rispettare il profondo dolere delle famiglie degli scomparsi, ma non possiamo non commentare questo tragico e luttuoso evento.
Sappiamo che oggi due giovani colleghi sono purtroppo morti mentre erano in servizio, cosi come sappiamo che ciò è avvenuto non per una serie di sfortunate coincidenze, ma per una precisa scelta di qualcuno che non si è fatto alcuno scrupolo di commettere due omicidi dopo aver commesso una rapina.
Adesso assistiamo alla ridda di commenti di politici di vari livelli che si stringono attorno alla famiglia, che partecipano al dolore dei familiari con strazianti dichiarazioni, che chiedono a gran voce urgenti provvedimenti di legge per tamponare questa emergenza.
Politici che domani sfileranno ai funerali di stato, con le facce contrite e le immancabili dichiarazioni d’obbligo e le solite promesse da marinaio che non manterranno mai e poi mai.
La storia è tutta qui: criminali senza alcuno scrupolo che sanno di poter delinquere, rischiando sempre pochissimo e che, anche nelle peggiori delle ipotesi, potranno beneficiare dei mille benefici che la legge penale prevede per indagati, imputati e condannati.
Dopodiché, torneremo ad essere soli come sempre, con strumenti legislativi obsoleti e troppo garantisti, con equipaggiamenti scadenti e mancanza di personale, con continue dichiarazioni sul calo dei reati e la percezione d’insicurezza che, secondo alcuni, viene cavalcata ad arte dai mass media.
Nel frattempo qualcuno muore mentre tanti, tanti altri vengono quotidianamente feriti, minacciati, oltraggiati e derisi solo perché rappresentano lo Stato e le sue leggi.
Chi si stringe per davvero attorno ai parenti, che capisce e condivide il dolore, che organizza collette per le famiglie e che continua, da anni, anni e anni, a chiedere a gran voce la certezza della pena, siamo noi, soltanto noi.
Soltanto i rappresentanti dei poliziotti capiscono, vivono e condividono questo dolore e questa assurda situazione che va peggiorando da tempo, nonostante le consuete grida manzoniane di taluna politica.
Aspettiamo ancora che le frasi di circostanza vengano, prima o poi, tramutate in atti concreti per tutelare i rappresentanti dello Stato e tutti i cittadini rispettosi della legge: cominciamo dalla certezza della pena – come da anni e anni il Siulp chiede – e gran parte di questo compito sarà assolto.