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Viaggio a Ravarino, dove Conserve Italia (marchi Cirio e Valfrutta) porta un impianto da 7 milioni di euro

da | Ott 19, 2019 | In Primo Piano, Ravarino | 0 commenti

RAVARINO – Viaggio a Ravarino, dove Conserve Italia porta un impianto da 7 milioni di euro.  Qui nella Bassa c’è uno dei più importanti tra i 9 stabilimenti che la cooperativa bolognese ha in tutta Italia, e proprio qui, dove si producono i marchi Cirio e Valfrutta, è appena arrivato un investimento da 7 milioni di euro per un moderno impianto con una potenzialità da 55 milioni di pezzi all’anno, esteso su 3.000 metri quadrati in un’area in precedenza dedicata a magazzino.

La nuova linea produttiva realizza per polpe e passate di pomodoro in Tetra Recart®, un brick che va molto all’estero. Sì, perchè da qui partono passate, concentrati e polpe diretti in tutto il mondo a marchio Cirio e i legumi Valfrutta. Il resto della produzione di Conserve Italia viaggia con i marchi Yoga, Derby Blue, Jolly Colombani, Mon Jardin, Barbier Dauphin e Dea, prodotti nel resto d’Italia. Entrata in funzione con la campagna di questa estate, la nuova linea dello stabilimento di Ravarino ha già prodotto 10 milioni di brick, la metà dei quali con pomodoro biologico..

La nuova linea è stata presentata sabato al pubblico in occasione dell’open day promosso dal Gruppo cooperativo dei marchi Cirio e Valfrutta, al quale hanno preso parte anche l’assessora regionale alle Attività produttive Palma Costi, la sindaca di Ravarino Maurizia Rebecchi e altri rappresentanti delle istituzioni locali.

E’ stata una bella occasione per aprire le porte dello stabilimento dove lavorano centinaia di persone della Bassa e alle loro famiglie. I dipendenti si sono improvvisati Ciceroni e con competenza ed entuasiamo hanno raccontato il loro lavoro quotidiano e stagionale. Imponenti le misure dello stabilimento, con un magazzino amplissimo.

“Con questa nuova linea puntiamo ad accrescere la nostra presenza nei prodotti a base pomodoro ad elevato valore aggiunto, a partire dalle polpe sempre più richieste nei mercati internazionali – ha detto il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini -. È soprattutto all’estero che vendiamo i brik realizzati nel nuovo impianto di Ravarino, che con il suo elevato livello tecnologico e di automazione è in grado di lavorare fino a 12.000 pezzi all’ora. Durante la progettazione abbiamo dedicato grande attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale, scegliendo di installare l’illuminazione a LED con un risparmio di 20.000 kWh all’anno (pari a 9 tonnellate di CO2), mentre il raffreddamento dei brik viene svolto mediante un circuito chiuso di acqua raffreddata con pompe automatizzate che permettono il massimo contenimento dei consumi elettrici e un risparmio idrico del 90% rispetto ai sistemi tradizionali”. “Questo  investimento – ha aggiunto Gardini – è tra i più importanti tra quelli fatti negli ultimi anni dal Gruppo e ci consente di valorizzare al meglio il pomodoro conferito dai nostri soci agricoltori”.

Grazie alla nuova linea, la capacità produttiva dello stabilimento di Ravarino in termini di pezzi (scatole, bottiglie, brik) è aumentata di oltre il 20%, passando da 74 a 90 milioni all’anno. Inoltre, si è generato anche un impatto occupazionale, con 25 lavoratori stagionali in più assunti durante la campagna del pomodoro e impiegati su tre turni.

“Il territorio modenese ha sempre avuto un’importanza fondamentale per Conserve Italia – ha spiegato Gardini ai rappresentanti delle istituzioni intervenuti –. Tra i consorzi di cooperative ortofrutticole che nel 1976 hanno fondato la nostra azienda, figurava anche il Copar di Ravarino, divenuto successivamente Covalpa con l’acquisizione del marchio Mon Jardin. Negli ultimi anni lo stabilimento ravarinese è divenuto un punto di eccellenza del Gruppo per la lavorazione di pomodoro, ceci e legumi, con una capacità produttiva di 75.000 tonnellate di materia prima all’anno. Qui diamo lavoro ogni anno a 270 persone tra dipendenti fissi e stagionali, ai quali si aggiungono una quindicina di addetti di aziende esterne impegnati stabilmente; generiamo un impatto economico nel territorio che solo per gli stipendi si aggira attorno ai 5 milioni di euro all’anno”.

Ma ci sono anche altre caratteristiche che rendono unico questo stabilimento. “Dal 2014 abbiamo deciso di puntare su Ravarino per pomodoro e legumi biologici, arrivando a concentrare solo qui la produzione – ha sottolineato il direttore generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti -. Negli ultimi tre anni abbiamo investito oltre mezzo milione di euro per potenziare queste linee, tanto che il pomodoro bio è quadruplicato, da 3.000 a 12.000 tonnellate, spinto dalla domanda dei mercati internazionali, in particolare del Centro e Nord Europa, dove viene commercializzato con il marchio Cirio, mentre per l’Italia abbiamo lanciato la gamma Valfrutta BIO”.

Infine, Conserve Italia ha scelto lo stabilimento di Ravarino anche per completare il progetto di recupero della coltivazione del cece, lavorato grazie a un innovativo impianto. “Nel 2013 abbiamo acquistato una nuova linea di selezione di legumi secchi per rispondere alla crescente domanda di materia prima di origine italiana – ha concluso Rosetti -, così la lavorazione di ceci e legumi è più che triplicata arrivando a 4.000 tonnellate”.

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