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“Acqua nelle campagne di Bomporto per salvare Modena”, la rabbia dei contadini alluvionati

da | Nov 22, 2019 | In Primo Piano, Finale Emilia, Bomporto, Bastiglia | 0 commenti

BOMPORTO E FINALE EMILIA  – Ennesima emergenza per gli agricoltori modenesi già alle corde dopo un’annata caratterizzata da ogni genere di avversità, dalla cimice alla siccità e ora di nuovo dall’alluvione.

Sono una decina le aziende nel Finalese per un totale di circa 200 ettari, ed altrettante nei comuni di Bomporto e Albareto per altri 250 che devono fare i conti con i campi allagati.

Le colture in campo attualmente sono quelle invernali destinate alla produzione di seme, la medica e il grano. Solo fra qualche giorno, quando le acque si saranno ritirate, si potrà fare una stima precisa dei danni.

Se per le aziende della zona di Finale Emilia l’allagamento è stato causato dalla rottura dell’argine del canale Diversivo, per la zona di Bomporto e Albareto la situazione è diversa,  perché  l’acqua è stata fatta defluire nelle aree agricole per evitare gravi allagamenti all’area urbana di Modena.

“Ho fatto personalmente un sopralluogo nelle aziende più colpite e nella zona di Albareto il livello dell’acqua non mi ha consentito di raggiungere alcune aziende –  afferma Gianfranco Corradi, presidente di Confagricoltura Modena – aziende già alla terza alluvione quest’anno, oltre a quella del 2014”.

Problemi di dissesto idrogeologico con frane e smottamenti hanno interessato anche diverse aziende in area collinare, con danni che potranno essere quantificati nei prossimi giorni. Quella del nostro territorio è una situazione di continuo allarme che necessita di una tempestiva soluzione. Se le aziende agricole dell’area di S. Clemente sono destinate a diventare cassa di espansione,  la proposta di Confagricoltura, in attesa della sistemazione degli argini, è di pensare ad un protocollo d’intesa con la pubblica amministrazione per definire un ristoro economico alle aziende per i danni subiti.

Diversa è invece la situazione nel finalese, fortunatamente ormai risolta grazie all’intervento del Consorzio di Burana, dove la causa dell’alluvione sono le tane scavate dagli animali. “Sollecitiamo un intervento normativo della Regione Emilia Romagna – rimarca Corradi – affinché si possa intervenire con il prelievo degli animali fossori, anche con l’utilizzo dei cani da tana; in ogni caso l’assessore regionale alle politiche ambientali Paola Gazzolo ci ha assicurato che sarà dichiarato lo stato di calamità naturale e lo stato di emergenza per il rimborso dei danni subiti dalle aziende.”

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