“Confindustria Emilia Area Centro è fermamente contraria all’introduzione della ‘plastic tax’ immaginata dal Governo nella legge di bilancio, una tassa che va a colpire in modo particolare il territorio emiliano-romagnolo, culla dell biomedicale e della Packaging Valley, che ospita il maggior numero di aziende del comparto in Italia, 230 con oltre 17.000 occupati e un fatturato annuo di 5 miliardi di euro, pari al 63% del giro di affari nazionale”. Lo afferma Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia.
“Ancora una volta – aggiunge – manca una politica industriale vicina alla politica della circolarità dell’economia, che dovrebbe portare valore”. La plastic tax, rimarca Caiumi, “determinerebbe un incremento del 110% del costo della materia prima”. “Siamo di fronte a un calcolo frettoloso per fare quadrare la manovra di fine anno, senza studi di fattibilità”.
La misura, conclude, non risolve questioni ambientali e va “solo a penalizzare senza possibilità di recupero consumatori, lavoratori e imprese”. (Ansa)
LA PLASTICA TAX AGITA IL VOTO IN EMILIA
Uno spettro si aggira per l’Emilia-Romagna: la ‘plastic tax’. C’è stato appena il tempo di annunciarla e la nuova imposta prevista dalla manovra del Governo ha letteralmente messo sottosopra la politica e l’economia della Regione, chiamata tra meno di tre mesi a delle cruciali elezioni. Il governatore uscente, e in corsa per il bis, Stefano Bonaccini ribadisce il suo ‘no’: “Ho sentito il ministro Gualtieri, sono fiducioso che verrà quanto meno rimodulata”. Ma è durissima la reazione della candidata della Lega, Lucia Borgonzoni, che preannuncia battaglia: “Il Pd prima si inventa nuove tasse, poi dice che ne mitigherà i danni: è un teatrino patetico che non possiamo tollerare”.
D’altronde, quello della plastica è argomento delicatissimo in questi territori. Come ricorda la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, “se l’Italia è leader mondiale del packaging, le aziende migliori si trovano proprio lungo la via Emilia”. I numeri sono da capogiro: “Qui si producono 3 miliardi di fatturato l’anno, ossia il 60% dell’industria nazionale delle macchine automatiche” e per un distretto che vale “228 imprese e oltre 17mila occupati solo nell’imballaggio”. Insomma, spiega la forzista, “si rischia una ferita insanabile al tessuto imprenditoriale”, perché “la plastic tax sarà una sciagura annunciata per una regione-traino dell’economia italiana”.
Che può contare sul 40% di tutta la produzione europea di imballaggi dell’ortofrutta; su un esercito di 847 imprese per quanto riguarda l’intero settore della plastica e che fa della ‘Packaging Valley’ bolognese un fiore all’occhiello campione di export con multinazionali – avvezze allo shopping italiano ed estero – divenute leader mondiali del settore. E’ comprensibile, dunque, il nervosismo di Bonaccini che nei giorni scorsi si sarebbe anche sfogato con i parlamentari del suo partito. “Non so se si potrà togliere tutta la tassa, ma si può rimodulare, si può ridurre l’impatto”, la sua speranza, espressa ai microfoni di ‘Mezz’ora in più’ su Raitre. E in serata il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri apre ad una rimodulazione e al confronto con gli addetti ai lavori. Proprio quello che aveva chiesto il governatore per “trovare insieme misure che da un lato migliorino l’impatto ambientale e dall’atro non mandino in crisi un intero settore produttivo lasciando a casa migliaia di lavoratori”. Ma sulla difesa del balzello da parte di Luigi di Maio, si insinua la candidata leghista: “Che dice Bonaccini di Di Maio? Fingerà ancora una volta di essere all’opposizione del suo governo? O userà la solita tecnica della sinistra? Creare un problema e fingere di risolverlo?”. (ANSA)